Body worlds, il mistero del corpo umano in vetrina

[rating=3] Alla terza settimana, un gruppo di cellule si fondono a formare due cilindri, che poi diventano cavi. Le superfici dei due tubicini si ispessiscono, si contorcono l’una sull’altra e iniziano a pulsare, da subito. Le contrazioni ritmiche non hanno ancora il caratteristico “ta-tum”, perché il setto che divide i due atri non è ancora sigillato, ma la spinta del sangue proveniente dai polmoni al primo pianto del nascituro lo chiude definitivamente. Con i suoi 300 grammi di peso negli uomini e 250 nelle donne e la grandezza approssimativa di un pugno, pulsa mediamente 70 volte al minuto, pompando in questo tempo dai 4 agli 8 litri di sangue. È inarrestabile, fa sport se noi lo facciamo, si affatica se mangiamo male, cresce di dimensione se lo alleniamo e si emoziona se amiamo. Prima o poi purtroppo arriva il suo momento, allora si accascia, defibrilla ed inizia a morire. A questo punto, dopo un breve iter di pratiche burocratiche, viene irrorato di formalina che uccide ogni batterio e ne impedisce così la decomposizione, poi il bagno in acetone elimina acqua e grasso dai tessuti, e la successiva somministrazione di silicone rimpiazza l’acetone, cellula per cellula. La solidificazione del silicone completa l’opera d’arte: un cuore uguale in tutto e per tutto a quello vivente, anche nel colore, che però può essere esposto e studiato.

Questo procedimento si chiama plastinazione, inventato nel 1977 dall’anatomopatologo tedesco Gunther von Hagens, e si può applicare ad ogni tessuto del corpo. Ciò ha dato la possibilità di creare plastinazioni di organi ed apparati, fino all’affinamento del metodo, oltre al potenziamento delle macchine coinvolte, per trattare corpi interi. La successiva evoluzione ha permesso la creazione di sezioni di corpo sottilissime di organi ed apparati, che possono evidenziare in modo più chiaro eventuali malattie o degenerazioni tumorali che hanno colpito i “pazienti”.

Body worlds

Immaginatevi la meraviglia di poter osservare un corpo con tutti gli organi, nervi, muscoli ed ossa nella posizione anatomicamente corretta! Una volta asportata l’epidermide, gli strati interni sono visibili, il corpo umano diventa un’opera d’arte, i muscoli che un tempo hanno corso, afferrato oggetti e sollevato pesi, ora sono utilizzati per questa lezione di anatomia aperta a tutti. Si possono osservare i fasci di nervi che dal cervello arrivano fino alla punta dei piedi, i tendini che azionano i nostri arti, le ossa di cui è costituito il cranio umano, le irrorazioni sanguigne di cuore e polmoni. Interessante la sezione sulle degenerazioni da fumo specie sui polmoni e da tumore sui vari organi, con il paragone fra organo sano e quello colpito da patologia.

Body worlds

Il difficile e lungo lavoro (mediamente 1500 ore per ogni corpo) di dissezione degli strati superficiali e la precisa ricostruzione di quelli che si intendono mostrare, scaturisce in una quindicina di corpi in varie posizioni, talvolta volutamente spettacolarizzate. Questa venatura sensazionalistica, confermata anche dalle didascalie che cercano di stupire oltre che di spiegare, si insinua sottopelle con un retrogusto di “commercializzazione” della mostra a scopi economici, ma forse è il dazio che si deve pagare per avvicinare il grande pubblico alla medicina e alla didattica?! Il percorso della mostra non risulta peraltro chiarissimo: si parte dal cuore, poi a metà percorso lo incontriamo di nuovo nella circolazione sanguigna… Perché non seguire un filo logico/anatomico? Man mano che si va avanti, i corpi hanno sempre le medesime (o quasi) zone evidenziate e disturba un po’ vedere come sono stati teatralmente posizionati. A questo proposito, sul sito internet di Body Worlds si risponde alla domanda: “come mai i corpi sono messi in quelle posizioni?” dicendo che le diverse pose intendono evidenziare le muscolature che entrano in gioco in un preciso momento della giornata di un uomo. Ciò è vero anche nei due corpi che giocano a calcio e uno di loro ha attaccato alla testa il pallone?! Non stupisce che la mostra non abbia goduto di troppi “patrocini” da parte di Regioni e Comuni nel suo pellegrinaggio in tutta Italia. Ovviamente la città di Bologna, dove è nata la scienza medica e dove è molto forte la tradizione di cere anatomiche, famosa a livello quantomeno nazionale, non poteva non accoglierla a braccia aperte.

Body worlds

Curiosità: nel modulo per poter donare il proprio corpo all’organizzazione che realizza la mostra, c’è anche la possibilità di risparmiare sulla sepoltura (inserita come motivo principale della donazione nel 20% dei casi!!!), oltre ad una clausola che potrebbe essere tradotta così: si acconsente ad un uso artistico del proprio corpo?

 

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