
L’amore vince tutto, anche noi cediamo all’amore, così narra Virgilio nelle Bucoliche ed è proprio il caso della bellissima favola di Amore e Psiche, raccontata attraverso l’omonima mostra in corso a Mantova.
“Vorremmo accompagnarvi nei sentieri dell’anima…” è questo l’inizio del viaggio a Palazzo Te, di fronte al bronzo dell’Orologio molle di Salvador Dalì. Il tempo in questa storia, infatti, si annienta per poi ripartire.
Psiche, una fanciulla dalla bellezza mozza fiato, attira l’attenzione del popolo tanto da essere chiamata Venere. La Dea, gelosa della ragazza, ordina a suo figlio Cupido di farla innamorare dell’uomo più brutto e avaro. L’angelo però, si ferisce con la sua stessa freccia innamorandosi perdutamente di Psiche.
Intanto, il padre di lei consulta l’oracolo di Apollo: “il suono del flauto d’amore si mutò in una lamentosa melodia lidia”. Psiche, sola sul monte a strapiombo, aspetta il suo destino di solitudine.
Il matrimonio con “un mostro malvagio”, simboleggia archetipicamente il distacco della fanciulla dal proprio nucleo familiare.
Avvolta nel buio della notte che tutto cela, Psiche è coccolata da ancelle invisibili, inghiottita nel paradiso di Eros. Le sorelle, le quali rappresentano una sorta di voce interiore, insinueranno in lei il dubbio, il conflitto che la porterà all’azione. Esse vogliono che Psiche uccida il marito per sostituirsi a lui.
La ragazza, l’eroina che deve riportare l’ordine cosmico da una situazione di caos, quando vede Eros prende coscienza del proprio amore. La mera potenza seduttiva del Dio viene meno, diventando esso Anteros, ossia l’amore ricambiato.
Nel tentativo di scoprire il volto dell’amante, una goccia d’olio della lampada cade e ustiona Eros che vola via. A questo punto Venere sottopone Psiche a diverse prove, la ragazza tenterà invano il suicidio, fino a che, vinta dalla curiosità, aprirà il dono che Venere le ha dato per Proserpina e verrà sopraffatta dal sonno eterno della bellezza ferale.
Qui le va in aiuto proprio Eros rivolgendosi anche a suo padre Giove, il quale consentirà la riunificazione tra i due amanti. Il fallimento di Psiche la porta dunque alla vittoria. Il miglior modo per sconfiggere il nemico è accettarlo, offrirsi a esso in sacrificio.
L’immortalità dell’anima trionfa attraverso l’amore, Psiche viene innalzata al divino, sposa Eros e avrà da lui una figlia chiamata Voluttà, ossia la pienezza della gioia mistica. L’amore, dunque, ha vinto.
La mostra Amore e Psiche – La favola dell’anima, si snoda tra i marmi di Afrodite, Eros dormiente, Psiche abbandonata. Le opere in realtà non sono poi molte, di contro è molto curata nell’esposizione e nelle descrizioni. Avere in prestito dal Louvre Amore e Psiche di Antonio Canova sarebbe stato il top.
La mostra è visitabile fino al 10 novembre.