Wonka | Willy torna alle origini del suo impero cioccolatoso, più canterino che mai

Il mitologico Willy Wonka è di nuovo sul grande schermo: riuscirà a far dimenticare i suoi blasonati predecessori? Al cinema dal 14 dicembre

Wonka - Recensione

Era il dicembre del 1971 quando Willy Wonka e la fabbrica del cioccolato approdò sui grandi schermi italiani: secondo gli annali al botteghino non fu un successo immediato, ma dopo svariati passaggi televisivi divenne uno dei più famosi film per famiglie, collezionando un nutrito stuolo di fan, soprattutto tra chi oggi ha qualche capello bianco.

Partendo da queste premesse, la realizzazione di Wonka, affidata al regista Paul King, non era di certo delle più facili.

Non dimentichiamo che nel 2005 ci aveva provato anche Tim Burton, coadiuvato dal suo attore-fetticcio Johnny Depp, ottenendo un buon successo di pubblico e critica, senza però riuscire ad oscurare l’indimenticabile interpretazione di Gene Wilder.

Willy Wonka e la fabbrica del cioccolato
“Ah, quindi ci provano di nuovo a portarmi sul grande schermo? A corto di idee, eh?”

Eppure, nonostante questi presupposti da far tremare i polsi, il nuovo Willy Wonka, impersonato dal talentuoso Timothèe Chamalet, riesce nell’impresa di portare sul grande schermo un film godibile, che riesce a riscaldare non solo il cuore degli spettatori di tutte le età, ma anche l’ugola, visti i numerosi intermezzi musicali presenti nei 116 minuti della pellicola.

Andiamo però con ordine e partiamo dalla trama che narra le origini delle fortune del più famoso (ed eccentrico) produttore di cioccolato della letteratura mondiale: eh sì, non dimentichiamoci, infatti, che Willy Wonka arriva direttamente dalle pagine di un romanzo per ragazzi scritto, nel 1964, dal britannico Roald Dahl.

Ma tornando alla sua trasposizione cinematografica, il film inizia con lo sbarco di Wonka in una città molto vittoriana, dopo un lungo viaggio durante il quale ha imparato i rudimenti del mestirere per preparare il cioccolato più magico del mondo.

Tuttavia, nessun protagonista, per quanto carismatico, senza un’ antagonista potrebbe far procedere la narrazione: per fortuna, contro il nostro eroe si schiererà il cartello dei tre potenti cioccolatai locali che le proverà tutte (ma proprio tutte) per mettergli il bastone (candito) tra le ruote.

Wonka - Avversari
“Se state cercando di corrompermi sappiate che… sono corruttibilissimo”

Senza dimenticare poi la terribile coppia di locandieri (tra cui spicca la cattivissima e spassosissima Olivia Colman) che metterà ulteriormente a dura prova le ambizioni imprenditoriali di Willy e i suoi amici.

E se vi state chiedendo se qualche Umpa Lumpa verrà avvistato durante la proiezione, sappiate che sono tutti dei piccoli sosia niente-poco-di-meno-che di Hugh Grant.

Umpa Lumpa
Spoler alert: diffidate dell’apparente coccolosità dell’omino arancione. Nonchè delle sue scarpe a punta.

Ad una trama tutto sommato interessante, anche se con qualche eccesso di buoni sentimenti rispetto ai suoi predecessori, si aggiunge un apparato coreografico e musicale degno dei grandi musical hollywoodiani; non è un caso, quindi, se Paul King omaggia in alcune scene il musical per eccellenza ossia Cantando sotto la pioggia.

Wonka
E diciamo che c’è anche un pizzico di Mary Poppins qua e là.

Non delude nemmeno il cast, tutto perfettamente in parte, tra cui spicca l’interpretazione del giovane Chalamet, che destreggia con maestria tuba, bastone e cappotto viola che furono prima di Wilder e poi di Depp.

Di certo, però, il film deve gran parte del suo fascino alla visione cinematografica del regista Paul King, già artefice del successo di un altro personaggio letterario per famiglie, l’orsetto Paddington.

Grazia a lui, infatti, Wonka è un meccanismo perfetto che porta in sala un film per famiglie, nel senso positivo del termine ossia una pellicola gioiosa e colorata e dove la “cosa giusta” è in grado di prevalere sull’invidia e le cupidigia del capitalismo rapace.

Insomma, una fiaba, ma di quelle belle, che fanno uscire lo spettatore dalla sala soddisfatto e canticchiante “Oompa Loompa Doompa Dee Do“.