Gea Martire e la tragicomica storia col signor G.G.

Una piccola perla di black humor in scena all'Argot Studio con la regia di Mariano Lamberti

Gea Martire protagonista di "Della storia di G.G." in scena all'Argot studio di Roma dall'1 al 3 dicembre 2023.
Gea Martire protagonista di "Della storia di G.G." in scena all'Argot studio di Roma dall'1 al 3 dicembre 2023.

Non è il Gaber nazionale quello del titolo, ma un “signor G.G.” molto più terrigno e adorabile, a cui la protagonista della pièce, Della storia di G.G. appunto, una meravigliosa Gea Martire, dedica tutte le sue irresistibili attenzioni, nientemeno che a un funerale. Parliamo del testo riadattato drammaturgicamente dalla stessa Martire, col guizzo e il talento di una signora a cinque stelle della scena come lei, tratto dal racconto inedito di Maria Grazia Rispoli.

La storia, in scena all’Argot Studio di Roma dall’1 al 3 dicembre, è quella di un’insegnante di francese del sud Italia, ormai trapiantata al “nord”, che deve però fare ritorno in terra natia, a causa della morte del padre. È l’occasione, non sempre felice, per immergersi nuovamente nelle dinamiche di quelle radici strappate, con esiti spesso irresistibilmente comici. Ma è pure il luogo dove trova spazio un sincero sentimento di spaesamento e abbandono dell’ormai fu “piccirell”, la piccola di casa, ora assai cresciuta e andata ben oltre la gioventù, di cui sembra improvvisamente rimpiangere l’afflato emotivo.

La prof di francese è sola, anche se al suo fianco c’è da tempo un uomo, ma non è più la stagione dei palpiti e dei sospiri, tutto scorre lento e uguale in quella vita nordica ordinata, momentaneamente sospesa. Ecco allora il paradosso, inopportuno eppure così geniale: il bell’impresario delle pompe funebri Gennaro, che con la calata non proprio da lord, trent’anni di meno e un fisico prestante, irrompe nell’autunno della nostra protagonista. È l’espediente miracoloso, grottesco eppure tenerissimo, che mischia d’improvviso eros e thanatos, in un inaspettato quanto improbabile amore fra casse da morto e crisantemi.

"Della storia di G.G." con Gea Martire.
“Della storia di G.G.” con Gea Martire.

Non è opportuno svelare altro, perché queste poche repliche fuori stagione all’Argot siano premessa per una più lunga presenza in scena di questo minuscolo capolavoro teatrale del 2010, che a distanza di oltre dieci anni si è beccato oltre cinque minuti di applausi. Merito sicuramente di Gea Martire, che con la sua interpretazione calibratissima ci regala un personaggio semplicemente meraviglioso, dal quale è difficile staccarsi.

Non si parla spesso dell’amore agée, forse per pudore o malcelato rifiuto, la narrativa in proposito è scarsa, specie quando abbiamo al centro proprio le donne, travolte da insoliti destini passati i sessanta. Eppure è questo un nodo centrale, soprattutto nel contesto di un’epoca dove ogni tappa della vita pare spostarsi di decennio in decennio, in un continuo loop di adultescenza.

Della storia di G.G., titolo che forse non rende del tutto giustizia allo spettacolo, lo racconta con raffinata dolcezza, grazie anche all’efficacissima regia di Mariano Lamberti, che trasforma le sedie di ionesca memoria in piccoli habitat isolani, dove si snocciola piano, ammantato da suspance e sorrisi, l’amore fra queste due anime agli antipodi. È un costrutto intelligente, diretto, molto ben realizzato, dalla drammaturgia alla messa in scena, un vero elegante miracolo da palco dove funziona tutto, come nell’ingranaggio di un orologio. Ecco il tempo, forse il più centrale dei temi di questo magistrale pezzo di teatro, è quello che arriva spiazzante e crudele a ricordarci la sua inarrestabile fuga. Inchino a questo perfettissimo gioco di incastri talentuosi e soprattutto a un finale che di certo in ambito di tecnicismi teatrali è un unicum, spiazzante e indimenticabile. Bellissimo.