
Stanchi dei soliti posti per combattere la calura estiva? Bene, perché in Polonia, a venti minuti di treno da Cracovia c’è il posto che fa per voi: Wieliczka e i freschi cunicoli della sua miniera di sale Patrimonio dell’Umanità fin dal lontano 1978. E se avete qualche dubbio su quanto possa essere interessante visitare chilometri e chilometri di gallerie sotterranee è il caso di fugarli: perché la visita vale sicuramente la gita, un po’ meno la chilometrica coda per i biglietti, ma a questo si può rimediare acquistandoli in anticipo sul fantastico sito istituzionale in 7 lingue, italiano incluso!
Ma prima di addentrarci nei percorsi di visita, partiamo da una leggenda che vede come protagonista la Santa più amata dai polacchi ossia Cunegonda, per gli amici Kinga. Secondo questa leggenda per il suo matrimonio il padre, Bela IV d’Ungheria, le diede in dote una miniera di sale in Transilvania, non proprio a due passi da Cracovia dove avrebbe sposato il futuro re di Polonia Belislao V il Casto. Ma in fondo l’importante è il pensiero… o no? Cunegonda era consapevole dell’importanza del sale in tempi in cui il frigorifero era ben lungi dall’essere pensato e così prima di partire si sfilò l’ anello di fidanzamento e lo gettò nel cunicolo più profondo della sua miniera, pregando per un miracolo. Arrivata nei pressi di Cracovia ordinò ad alcuni minatori ungheresi che l’accompagnavano di cercare il luogo più adatto per scavare una miniera di sale. Ovviamente quel luogo era Wieliczka e meraviglia delle meraviglie, all’interno del primo panetto di sale trovato c’era l’anello a cui poco prima Cunegonda aveva rinunciato: insomma, come si fa a non venerare una Santa così? Non a caso oltre ad essere la patrona della Polonia e dei minatori di sale è anche la titolare di un’enorme cappella a 101 metri di profondità all’interno della miniera di Wieliczka dove, tra le tante opere scolpite nel sale, troneggia anche un’ Ultima Cena niente male.
Veniamo ora ai percorsi di visita, anche se ormai nei cunicoli della miniera tutto è possibile, perfino celebrare un matrimonio (true story!). Il più popolare è sicuramente il “percorso turistico” che, nonostante l’appellativo, non è il meno interessante, ma di certo è quello più adatto al grande pubblico: dura all’incirca tre ore (ma se si visita anche l’interessante museo sotterraneo si può arrivare a 4 ore e oltre) durante le quali si passa da un lungo più affascinante dell’altro sotto l’occhio sempre vigile di una guida polacca che proverà a parlare, con risultati altalenanti, una lingua diversa da quella locale e che difficilmente ricorderete per la sua cordialità. Il percorso prevede la visita di laghi sotterranei, maestose costruzioni di carpenteria e affascinanti sculture in sale realizzate nel temo libero dai minatori che hanno affollato la miniera di Wieliczka fino al 2007, anno della sua chiusura.
Più per novelli Indiana Jones è invece il cosiddetto “percorso minerario”, durante il quale dotati di tuta, caschetto torcia-munito e attrezzi da minatore si scende fino a 100 metri di profondità con un clima che si aggira intorno ai 14 gradi anche a Ferragosto. A capo della spedizione un minatore in carne, ossa e rudezza che in ogni zona della miniera assegnerà ai turisti di turno un compito (mai provato a segare un tronco con una sega da boscaiolo?). Anche questo percorso dura all’incirca 3 ore, senza però pause caffè, bagno o souvenir come in quello turistico. Ah, l’uso dell’infradito è fortemente sconsigliato. E se pensate che sia un consiglio superfluo, sappiate che ho visto cose…
Ultimo, ma non ultimo è il “percorso terapeutico” che sfrutta il particolare microclima della miniera in svariati modi, tra cui una menzione d’onore merita il “sonno sano” che consente di pernottare per una sera all’interno della Stalla delle Montagne dell’Est, un’ autentica stalla dove erano tenuti i cavalli che lavoravano in miniera. E se letta così può sembrare un’esperienza poco allettante, forse è il caso che la proviate senza starci a pensare troppo: ne rimarrete positivamente sorpresi, garantito.