“Sole donne” è un gran successo di pubblico al Teatro Le Salette di Roma

Storie di donne “straordinarie” alla ricerca di amore e identità

Sole donne, in scena al Teatro Le Salette di Roma, racconta in sei atti scritti e diretti da Fabrizio Ansaldo, storie di donne senza uomini e senza figli, ma ricche di emozioni, sentimenti e amore assoluto. Le protagoniste sono quattro bravissime attrici nostrane: Annachiara Mantovani, Alessia Fabiani, Diana Forlani e Cristina Frioni. Amanda, Il cerbiatto o la vendetta del Demone, Ricordati, La voliera, Il biglietto e Mascia Reese – la signora degli scarafaggi: sono i titoli dei sei racconti messi in scena.

Amanda è stato Premio Fersen nel 2007. È la prima storia che apre la scena. La giovane donna narra la sua vita avventurosa costellata di delitti contro chi provava per lei sentimenti umani.  Lo fa con una tale veemenza che lo spettatore finisce per immedesimarsi in lei e darle persino ragione. Poi è la volta de Il cerbiatto o la vendetta del Demone dove una donna ricca e smaniosa, Cloe, racconta alla sua sarta l’incontro con un giovane indiano conosciuto al mercato. È una storia di violenza sessuale, ma stavolta è una donna di una certa età che ferisce un ragazzino spaventato e capitato per caso nelle sue grinfie. Anche qui, l’atmosfera creata dalla protagonista e il pathos che ne vien fuori, fanno sì che il pubblico, ancora una volta, si trovi dalla parte del colpevole. In Ricordati due donne delle pulizie riordinano la camera di un albergo dove la sera prima è morto un uomo, d’infarto. La più anziana delle due è una donna depressa, sola, vedova che trova consolazione solo nel cibo e nel lavoro. La più giovane è una scaltra, senza scrupoli, pronta persino a prostituirsi e ad uccidere pur di affermarsi. Senza nessun pudore, ma con tanta voglia di trovare amore, perché in fondo, il filo conduttore di tutte questa vicende è proprio la ricerca fallibile difficoltosa dell’amore.

Che tutte le donne siano in cerca dei fiori d’arancio? Sembrerebbe di sì, perché le più crudeli e le più ciniche sono quelle che, ferite, smaniano e divorano i sentimenti, diventando carnefici per non fare le vittime.

Ne La voliera, premiato nel 2005 alla rassegna del Teatro Integrato Internazionale di Roma, è storia di una donna che minaccia di gettarsi dalla terrazza di un attico per protestare contro il ritorno in vita di un personaggio di una fiction televisiva. È, forse, l’atto più comico, nel vero senso della parola, anche se dal retrogusto amaro, perché qui la solitudine è rappresentata dal paradosso: la donna non ha una sua vita e vive quella dei personaggi della tv. Una sorta di metateatro, la finzione nella finzione. Ne Il biglietto, che nasce da un’idea di Cristiania Gaggioli, una donna irrompe in un teatro per cercare l’autore di un anonimo biglietto d’amore. È una donna ricca e viziata, che ama dominare la scena e gli uomini. Capricciosa e annoiata, li spreme e poi li lascia. Un binomio antico quello del denaro e dell’amore, e anche qui tutto ha un prezzo.

Infine, in Mascia Reese – La signora degli scarafaggi, liberamente ispirato al racconto The roaches di Thomas M. Disch, in una sorta di metamorfosi kafkiana racconta una città in fermento per i moti di protesta giovanili, il raduno musicale di Woodstock e la guerra del Vietnam.  Siamo nel 1969 e una giovane donna americana si trasferisce a New York per cercare lavoro. Viene licenziata, si sfoga nell’alcool e sviluppa una forte antipatia per gli scarafaggi che invadono la città, fino al giorno in cui diventano quasi dei compagni e il suo corpo si adatta alla loro presenza come Gregor Samsa.

Ci sono pochi dialoghi e molti soliloqui in cui si consumano vendette, sensi di colpa, tradimenti, vanità, i risentimenti. Sono canti disperati di anime ormai non più pure, condannate all’inferno, ma quello terreno dove brucia chi non sottostà alle regole. L’amore guida e domina tutta la loro vita. È la loro debolezza  e il loro vigore .

La scenografia è essenziale: c’è qualche oggetto utile alla scena e basta. Molto è affidato all’immaginazione.

Tutte e quattro le attrici hanno interpretato magistralmente i propri ruoli e i loro soliloqui continuano a vibrare anche a luci spente e a sipario calato.

Sole donne tornerà in scena in autunno.