Naturae, anamnesi di una vita mancata

La compagnia della Fortezza diretta da Armando Punzo in un’esplorazione interiore e metafisica

© fermataspettacolo.it

Inimmaginabile. Come ritrovarsi ancora oggi, qui.
Con grande sorpresa, nonostante l’emergenza sanitaria del Covid-19 ed un pubblico ridotto ai minimi termini, oltrepassiamo anche quest’anno i cancelli delle storiche mura della fortezza medicea di Volterra, dove si celebra e si conclude il progetto nato tre anni fa per festeggiare i trent’anni della Compagnia della Fortezza di Armando Punzo.

Naturae. La vita mancata (primo quadro) sancisce così il punto di approdo e di partenza, per un viaggio, che dopo gli specchi e i labirintici meandri borgesiani, si spinge oltre la materia, in un territorio inesplorato e visionario: una spirale infinita che vira verso la coscienza umana.

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«La bellezza risiede nell’invisibile» come ci ricorda lo stesso Punzo. Proteso per natura dal desiderio di esplorare, conoscere, e superare i limiti, l’uomo nuovo della Fortezza, come un accorto Odisseo, si libra verso un luogo metafisico e platonico.

Una realtà sovrasensibile, un’esistenza iperurania, un mondo delle idee come modello della natura stessa.

«Non una ma mille voci, fino a quando non resterà più niente di me. Fino a non ricordare nemmeno la mia voce» parole sussurrate nell’aere.

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Seguendo Armando Punzo ci addentriamo nel fluire ininterrotto di azioni rarefatte, pose plastiche, danze e canti eterei, che gli attori reclusi della Fortezza portano in scena con la solita forza emotiva ed intensità, accompagnati dalle musiche di Andrea Salvadori, che come un silente demiurgo, completa l’opera in movimento con un’esperienza sonora ipnotica e catartica.

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Punzo procede sulla falsariga di Beatitudo con ampi quadri onirici, su di un impianto scenico in larga misura candido, attraversato da suggestive spirali concentriche, dove il rosso vivo delle vesti e degli oggetti di scena si staglia.

I colori contrapposti del bianco e del rosso, due punti estremi di uno spazio, compaiono spesso alla ribalta, come due forze della natura stessa.

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Il testo, come i personaggi, è scomposto ed aereo. Prevale un senso di quietezza e pace ritrovata, un’anamnesi di vita mancata, come la meravigliosa danza “sufi”, intreccio di gonne, ombrelli ed energie. Ancora il rosso e il bianco, essere e non-essere, uno e molteplice, immobile e diveniente. In un lieto ritrovarsi, senza mai toccarsi, oggi, immagine anche dei nostri tempi forzatamente isolati.

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Contro ogni logica, che solo il teatro sa sovvertire, il rituale dell’ingresso nel carcere di Volterra, e la sua reminiscenza, acquista ogni anno un sapore sempre più intenso, di pura libertà. Addentiamo anche noi come Punzo la mela, rossa, in un gesto di abbandono, per ritornare a meravigliarsi, seguendo rosse scale protese verso un mondo di ideale bellezza. «Sto bene qui», ed il canto cristallizza l’attimo fugace della fine del primo movimento.

L’8 e il 9 agosto, il suggestivo Padiglione Nervi dell’ex Salina di Stato, di Saline di Volterra, ospiterà il secondo quadro di Natarae. La valle dell’innocenza. Restiamo in attesa di proseguire il viaggio.

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PANORAMICA RECENSIONE
Regia
Attori
Drammaturgia
Allestimento scenotecnico
Musiche
Pubblico
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naturae-anamnesi-di-una-vita-mancataNaturae. La vita mancata - Primo quadro <br>regia, drammaturgia Armando Punzo <br>Compagnia della Fortezza <br>musiche originali e sound design Andrea Salvadori <br>scene Alessandro Marzetti, Armando Punzo <br>costumi Emanuela Dall’Aglio <br>coreografie Pascale Piscina <br>aiuto regia Laura Cleri <br>cura del progetto Cinzia de Felice <br>assistente alla regia Alice Toccacieli <br>aiuto scenografo Yuri Punzo <br>collaborazione alle scenografia Marian Josif Petru, Vitaly Skripeliov <br>collaborazione drammaturgica Alice Toccacieli, Francesca Tisano, Fabio Valentino <br>Fortezza Medicea/Casa di Reclusione di Volterra – Luglio 2020

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