L’amore non rivelato genera il mistero nella musica e “Il canto di Shakespeare” al Globe Theatre 2017

Il 24 e il 31 luglio a Roma per la regia di Francesco Sala.

Una viola da gamba con Silvia De Maria, al liuto e chitarra rinascimentale Francesco Tomasi, Giordano Antonelli suona ribeca & kemenche, stumenti musicali ad arco con cassa piriforme di etnia mediterraneo-orientale; al salterio e percussioni Massimiliano Dragoni e l’eccellenza vocale del tenore Andrès Montilla Acurero,  tutti  bravissimi. Questo in un concerto elisabettiano originale con musica e parole  e siamo nel “La Dodicesima notte” con la voce recitante della grande attrice Pamela Villoresi su drammaturgia e adattamento di Michele Di Martino.

Vestita da paggetto nei colori bronzeè e stivaloni rosso porpora, è Cesario (Viola), per la scena IV del primo atto, e l’esaltazione dell’amore che nutre per Orsino. Eccoci in uno dei lunedì dove il dramma lascia spazio alla musica come spesso accade nei teatri di prosa. E quest’anno anche al Globe Theatre. E’ donna  il volto importante che anima la serata pertanto i personaggi del bardo in scena ben le si addicono. Dal “Didone” di Christopher Marlowe, grande antagonista di William, e il suo tormentato amore per Enea con non poche allusioni all’Amleto eccola pronta al suicidio.

Mantello-spolverino in tinta con gli stivali ed ecco la dichiarazione d’amore del “Giulietta e Romeo”. “ …dimmi dove poterci dirti si e io li verrò e non importa il tuo nome ma il sentimento…” nelle parole in perfetta giovialità congeniale, carica di fanciullesco, alla protagonista, in uno dei più importanti simboli universali della drammaturgia d’amore. “Buona notte, buona notte! Separarsi è un tale dolore, che ti dirò buona notte fino a quando sarà domani”

Quindi Cleopatra conscia che l’unico modo per riconquistare l’amore di Antonio, è quello di fargli credere che si è uccisa, da “Antonio e Cleopatra”. “ ..ho in animo desiderio di eterno…”. Cosa tocca subire ad una figlia, per assecondare i desideri del padre sovrano? I sortilegi di Cassio, le infamie di Jago, le gelosie di Otello. Si proprio a Desdemona per dire al mondo che la guarda con altri occhi, come il suo amore sia unico e per il suo uomo. L’”Otello” di Shakespeare appunto. Da “Enrico VIII”, la sua ultima opera, è la volta di Caterina d’Aragona, che colpevole di non aver dato al regno un erede maschile affronta la gogna del tribunale e invita i giudici a ricredersi, forte di essere stata una sposa sottomessa e fedele.

Ma le donne cruente del nostro autore sono in “Macbeth”, e inforcata una corona ecco la Lady “… strappami ogni tenerezza, dal mio corpo il mio aspetto di donna, il sesso…” perchè sgorghi senza tema di gaiezza il sangue,  quello che la debolezza del marito non riesce a fare emergere per sete di vendetta. E in “ Amleto”,  folle per rivalsa sull’uccisione  del padre, l’eroe, trasferisce dal suo animo la pazzia, in Ofelia stessa, donde il mood della citata opera “… essere o non essere…”

La regia di Francesco Sala pone il sogno a saluto della serata con Titania ed Oberon, re e regina degli elfi. Si stanno contendendo il figlio di un’amica umana di Titania per farne un paggio. Il bimbo rimane però a Titania. L’incantesimo di Puck perché ciò si avveri procura l’innamoramento di quest’ultima per un asino. Questo è il punto di massima bravura per la grande Pamela Villoresi e la sua cifra, di elegante maîtresse di palco. E se è vero, che dalle frasi celebri del Bardo, gli uomini sono fatti della stessa sostanza sogni per sciogliere l’incantesimo dal ”Sogno di una notte di mezza estate” si passa a “La Tempesta” e la duttilità di attrice della nostra protagonista si fa uomo, mostro e Calibano.

“Da lungo sonno allor, mi fanno, di novo addormentar. Ne’ sogni miei veggo, o veder mi pare, aprirsi il grembo delle nubi, e mostrarmi una gran copia di tesori imminenti a riversarsi dal ciel sul capo mio, sì che, riscosso da quella dolce visïon, mi sento gli occhi pieni di lagrime per voglia di risognar”. Ed ecco gli appalusi degli spettatori, tra i quali spiccano il direttore artistico della rassegna Gigi Proietti e il presidente del Senato, Pietro Grasso, al contributo di canzoni e componimenti musicali che il grande drammaturgo usò per le sue opere, così magistralmente eseguite e contestualizzate. Bella sfida cui la vezzosa interprete ha mostrato di saper porgere la guancia.