La miseria e l’umorismo di Eduardo alla Pergola: gran successo!

La “fortunata” commedia torna attuale e viva grazie a Luigi De Filippo

[rating=4] Lunedì 28 dicembre 2009, Teatro della Pergola di Firenze.

Il sipario si apre sull’interno di una casa in decadenza, siamo a Napoli, nel dopoguerra e la miseria si sente e “la fa da padrona”. In quest’habitat dal sapore antico prende vita “La fortuna con la effe maiuscola”, che incarna tutta l’arte della commedia napoletana tipica della scuola dei De Filippo: fatta di equivoci, disavventure tragicomiche e irresistibili gag.

La “fortunata” commedia scritta a quatto mani da Eduardo De Filippo e Armando Curcio nel 1942, fu uno dei più strepitosi successi dei celebri fratelli De Filippo, un grande trionfo per Eduardo e Peppino come primi impareggiabili interpreti. Oggi viene riproposta al pubblico dall’esperto interprete e regista Luigi De Filippo, in una sua personale, divertente ed umanissima interpretazione che mette in risalto una delle caratteristiche più preziose del Teatro dei De Filippo: l’umorismo. In questi tempi di crisi economica, in cui ognuno deve fare bene “i conti in tasca”, la ricerca di un colpo di fortuna è un tema di estrema attualità.

La commedia ci narra di un uomo, Giovanni, che vive in miseria con sua moglie Cristina e suo figlio adottivo Erricuccio, in attesa che per loro cambi qualcosa e la sorte inizi a sorridergli.

Purtroppo, egli è perseguitato da un destino ostile e beffardo che trasforma quello che per lui potrebbe rappresentare un colpo di fortuna, ovvero legittimare un falso figlio per centomila lire, in una enorme disgrazia. Lo stesso giorno, infatti, gli viene comunicata la notizia di una grossa eredità che egli potrà riscuotere solo in caso di mancata progenie. Si arriva così, dopo accadimenti vari ed esilaranti colpi di scena, alla conclusione che, nella vita, la fortuna, prima o poi, presenti un conto al quale non ci si può sottrarre e che, quella con la effe maiuscola, si debba pagare con un grande “sacrificio” che il nostro protagonista è sicuramente pronto a fare a beneficio di tutta la famiglia.

Lo spettacolo è piacevole e dal ritmo sostenuto. Abile l’interpretazione di Paolo Pietrantonio, nei panni di Erricuccio, che tolta l’ingenuità e la delicatezza che caratterizzavano il personaggio eduardiano, dà vita ad un astuto bambino di oggi, un po’ irruente ed invadente, che con grinta e vivacità offre al pubblico svariati momenti di comicità. Ma è tutto il cast degli attori che funziona ottimamente, incastrando la recitazione negli ingranaggi messi a punto dalla regia attenta di Luigi De Filippo. L’attore-regista napoletano, portando in scena questo “vecchio/nuovo” personaggio, regala agli spettatori l’emozione e la gioia di veder rifiorire sul palcoscenico un pezzo della storia del Teatro nazionale.

Luigi De Filippo appare sempre più come un “buon vino” che invecchiando migliora, con uno smalto e una vivacità recitativi tendenti sempre più all’ineguagliabile padre Peppino.

Il valore artistico delle opere del grande Eduardo va oltre il tempo e non muore mai. In una società dove sempre più spesso ci troviamo di fronte a tanta banalità e volgarità, la riscoperta di questa eccelsa scuola di “racconto”, attraverso una comicità agrodolce ed intelligente, ci procura una boccata d’aria fresca, facendoci sorridere saggiamente sulle disgrazie della vita.

Lo spettacolo è in scena al Teatro della Pergola fino al 10 gennaio 2010.