Il Cyrano-Pinocchio di Arturo Cirillo

Arturo Cirillo porta in scena un inaspettato Cyrano De Bergerac, un musical colorato in cui il naso di Cyrano si trasforma per magia in quello di Pinocchio.

Il Cyrano De Bergerac di Arturo Cirillo fa tappa al Teatro Goldoni di Livorno insieme alla sua carovana di attori glitterati, e regala per una sera una magia fuori dal comune.

Non aspettatevi un adattamento teatrale fedele all’opera di Rostand, dimenticate le note malinconiche che Francesco Guccini dedicò al nasone-poeta innamorato della bella Rossana. Quello di Cirillo è uno spettacolo onirico e surreale che fonde la musica con le parole e, giocando con testi e nasi celebri, confonde Cyrano (Arturo Cirillo) e Pinocchio, sovrappone Rossana (Valentina Picello) e la fata Turchina, baratta Raguenau (Rosario Giglio) con il Grillo Parlante in un unicum travolgente.

La storia la sappiamo tutti ma, come si dice, repetita iuvant: Cyrano è un guascone col naso abnorme, abile tanto con la spada che con la penna, innamorato di sua cugina Rossana che però è accecata dalla bellezza di Cristiano, giovane cadetto maldestro di pensiero e di parole. Cyrano, troppo scoraggiato (o codardo?) per dichiararsi all’amata, proporrà al ragazzo di unirsi creando l’uomo perfetto per la donna: lui le scriverà versi bellissimi che Cristiano (Giacomo Vigentini) poi le leggerà facendola capitolare. La storia ovviamente finirà in modo tragico.

Cirillo però smorza la sofferenza e il senso di emarginazione del protagonista, li diluisce sotto la veste del musical e con abiti glitterati perchè in fondo Cyrano è un attore, recita la parte dell’indifferente, e allora tutto può diventare uno spettacolo, tutto può essere dissimulato, l’amore ma anche il dolore.

In questo gioco delle parti è facile allora che Cyrano diventi Pinocchio, e quel naso così lungo si trasformi in una prova tangibile delle bugie che il guascone racconta a se stesso e agli altri.

Come se non bastasse questo scambio di ruoli e di spettacoli, Cirillo porta il dietro-le-quinte sul palco ed è qui che gli attori si cambiano d’abito e montano e smontano la scena, dimenticandosi del pubblico o forse ricordandosene al punto da volergli mostrare cosa si nasconde sotto la cascata di glitter dei loro mantelli.

Le scene oniriche di Dario Gessati, i costumi ipercolorati e luccicanti di Gianluca Falaschi
accompagnati dalle musiche di Federico Odling fanno da cornice perfetta a questo viaggio nella fantasia e nelle passioni umane che Cirillo porta in scena, riscrivendo un classico senza profanarlo ma anzi tirandone fuori lati rimasti finora nascosti.