
[rating=5] Per la serie: i classici non muoiono mai, la pièce “il clan delle divorziate”, celebra il suo, fortunato, decimo anniversario, con l’aspettativa di altri anni e successi a venire. La commedia è opera di Alil Vardar e ha debuttato a Tolosa nel 2004, nel contesto del “Festival du Rire”. Il grande clamore, 2.500 spettatori, e la ripresa televisiva su “France 4” ne hanno fatto un classico della commedia brillante “en travesti”.
Merito alla direzione artistica del San Babila di aver offerto, al pubblico italiano, una inaspettata quanto gradita chance di divertimento: una via di fuga dalle desuete commedie in stile “abbonamento da pomeridiana”. Scelta ancor più rilevante se si considera che Milano è stata scelta come prima città non francofona del progetto.
La virago, la nobildonna e l’ingenua. Commedia giocata sugli stereotipi caratteriali di tre donne, personaggi femminili diversi per estrazione sociale, quanto accomunate dalle medesime paranoie e ansie da rottamazione. La libertà e le avventure sognate svaniscono al “risveglio” e una realtà amara si svela dinnanzi a loro occhi: solo una bassissima percentuale di divorziate trova marito. Dinamica altamente pessimista, vero! Ma anche spunto di partenza, della commedia, per il sorgere di una serie fortuita di alleanze e micro conflitti scatenati all’interno del trio femminile.
Invettive, idiosincrasie, situazioni tragicomiche e dialoghi surreali si susseguono con l’effetto di creare, forte e solidale, l’intesa fra le tre coinquiline. La commedia di Vardar costruita prevalentemente su dialoghi veloci e accattivanti richiede un cast particolarmente brillante e disponibile ad uno stile aperto d’improvvisazione.
Il trio Jessica Polsky – Lucia Vasini – Stefano Chiodaroli, risponde con intuito ed estrema coerenza elle esigenze imposte dal testo e alle direttive di regia di Hazis Vardar. Monica (donna virago), costituisce componente imprevedibile, e trait d’union, fra i caratteri della nobile Carolina e della svaporata quanto disinibita Mary. Il succedersi degli eventi e delle scelte, porteranno a una serrata “caccia al marito”, concludendosi nel finale: valorizzazione della solidarietà fra donne e il ristabilire delle giuste priorità esistenziali.
Una commedia in stile pop. Stile di regia dai toni accattivanti e dinamici senza scadere, per questo, nel piattume dei tempi e nello stile da sit–com. Lucia Vasini e Jessica Polsky reinterpretano con piglio ironico e leggero i prototipi femminili. L’allestimento in stile tradizionale con spunti pop – surrealisti (René Magritte ed Andy Warhol) è il palesamento del desiderio di rinnovamento e anarchia di Carolina, padrona di casa. Scelta musicale efficace e popolare interpreta, in pieno, lo spirito della commedia.
Sono andata a vedere lo spettacolo Il Clan Delle Divorziate. Quasi 30 euro buttati letteralmente. È la prima volta, e ho 46 anni, in cui mi è capitato di girarmi, guardare il soffitto, l’ora in uno spettacolo, per giunta COMICO.
Non si può far diventare uno spettacolo che in Francia da 10 anni fa sold out con una messinscena registicamente scriteriata, fatta di dialoghi sub scontati, e sopratutto dal RITMO INESISTENTE.Mi fermo qui.
Lo sconsiglio vivamente
Mi Spiace per lei, da un’ediz. E l’altra, un anno e l’altro spesso il ritmo e la Regia si rinvigoriscono o perdono carattere
Salve.
Sapete dov’è possibile trovare il testo teatrale de Il clan delle divorziate?
Grazie
Credo si trovi in rete, cercare fra I motori di ricerca di drammaturgia