Fabio Celenza e l’importanza di ridere ancora

Fabio Celenza al Lanificio Nuovo Ri-Vera di Prato per la rassegna Fabbriche raccontano storie

Tipo – Turismo Industriale Prato è il progetto industrial pop organizzata dal comune di Prato che illumina le sue fabbriche e industrie con le luci del turismo e dello spettacolo.

Sabato 26 marzo ad aprire le sue porte per la rassegna fabbriche raccontano storie  è stato il Lanificio Nuovo Ri-Vera che, tra filati colorati e preziosi e macchinari a cavallo tra tradizione e innovazione, ha ospitato il giovane Fabio Celenza, personaggio virale sui social nato da una pura casualità.

Nel Novembre 2015, infatti, carica per sbaglio su YouTube quello che diventerà il suo cavallo di battaglia, un doppiaggio comico-nosense di rockstar internazionali, il successo non tarda ad arrivare e il fenomeno esplode nella rete, portandolo a collaborare con importanti testate come Wired, Dmax, Colorado (Italia Uno) e Zelig, dall’ottobre 2018 diventa inoltre collaboratore fisso di Propaganda Live (La 7).

Ma com’è Celenza nel passaggio dallo schermo al live? Un’esplosione di comicità che rompe il muro della sua timidezza. I suoi sketch sono stranoti e tutti abbiamo riso a crepapelle guardandoli a loop in tv o sul nostro cellulare; eppure, quello che il giovane comico riesce a trasmettere dal vivo è una carica e un’energia ancora più forte.

La sua bravura è innegabile e guardandolo doppiare alla perfezione in monologhi e dialoghi esilaranti i suoi personaggi (la regina Elisabetta, Mick Jagger, Kim Jong-un, i Maneskin per dirne qualcuno…) non si riesce a non chiedersi “Ma come fa?”.

Un’altra cosa mi ha poi colpito al Lanificio Ri-Vera ovvero la capacità di Celenza di mettere insieme un pubblico variegato e transgenerazionale: dal bambino all’anziano, dalla famiglia al gruppo di amici, segno di una comicità autentica che riesce ad arrivare a tutti.

Insomma, in questi tempi così duri per tutti, una risata può ancora essere un’arma potentissima (e gratis) e Fabio Celenza sabato ha regalato al suo pubblico un’ora leggera, senza pensieri e preoccupazioni, caricando l’aria del suono liberatorio di risa fragorose.