
[rating=4] Fisico asciutto, sguardo intelligente, Fausto Paravidino si presenta così, in scena e non, un ragazzo di 35 anni che scrive commedie brillanti, recita da anni e dirige pure film. Lo chiamano ancora enfant prodige e lui un po’ se la prende, confessando alle Invasioni Barbariche di sentire un po’ il peso di questa etichetta di “giovane promessa” che reiterata da un decennio pare essere stata disattesa.
E invece no, gli esordi felici di Trinciapollo non restano isolati e con Exit in scena al teatro Vittoria di Roma fino al 30 Marzo, riconfermano piuttosto l’estro creativo di questo regista dall’aria efebica, che sa scrutare con arguzia ed eleganza nell’animo dei suoi personaggi. In Exit ci sono A e B, una coppia che non funziona più, magistralmente interpretata da Sara Bertelà (anche lei ex prodigio del palcoscenico) e Nicola Pannelli entrambi già nelle vesti di caratteri shakespeariani nelle declinazioni teatrali di Binasco. Un lui e una lei che si interrogano con ironia e profondità sul perché del loro non amarsi più, che sia stato il tempo, la noia, il sesso o forse i calzini, che importa dopotutto? C’è la vita che fa scorrere ogni cosa ed ecco allora C e D, studentessa sconclusionata (Iris Fusetti) e omaccione dall’animo puro (Davide Lorino), ora i due sono 4 e le loro esistenze cominciano ad intersecarsi fra cene in trattoria, gelati al pistacchio e passi da balera.
Raramente a teatro si assiste a scambi di battute così efficaci, mai eccessivi, mai costretti o esacerbati, Paravidino in questo è davvero maestro, gioca con le parole e le battute calibrando con perfezione i tempi scenici, una goduria lessicale. Riusciranno i nostri eroi a trovare la via di fuga fra tante dispersive insegne al neon? Una pièce da intenditori, qualcuno l’ha definita un po’ in stile Woody Allen, ma qui c’è una marca diversa, universale si potrebbe quasi azzardare, Paravidino tout court insomma, da vedere, ma soprattutto da ascoltare!