
Finalista al Festival internazionale Siparietto d’Autunno e vincitore del Premio Miglior Regia, Canto di Natale torna in scena, prima al Nuovo Teatro San Paolo poi al Teatro Capocroce, con la Gilda dei Guitti per la regia di Silvia Faccini.
Ma cos’è veramente il Canto di Natale? E’ un piacevole racconto di Dickens per bambini, ma è anche una storia per adulti, una rappresentazione per denunciare le bruttezze della società britannica del secondo Ottocento, un monito moderno ed odierno per chi non sa cambiare, non sa cosa fare per trasformare il male in bene. Canto di Natale è la storia di una conversione, quella dell’anziano e scorbutico Mister Scrooge, visitato nella notte di Natale da tre spiriti (il Natale del passato, del presente e del futuro), preceduti da un’ammonizione dello spettro del defunto amico e collega Jacob Marley.
Ebenezer Scrooge è ricco, avaro ed egoista, non spende nulla neanche per sé e per lui il Natale è una perdita di tempo. Talmente infastidito dalle feste natalizie, costringe il suo umile impiegato, Bob Cratchit, che paga miseramente, a presentarsi al lavoro anche il giorno della vigilia di Natale. Odia gli auguri, i canti di Natale, è una persona poco amata da tutti i cittadini. La sera della vigilia di Natale, rinchiusosi in casa, comincia a percepire dei rumori strani e dei fantasmi! Sarà grazie a loro e a quello che gli fanno vedere che si ravvedrà. Scrooge vedrà come le persone trascorrano il Natale in pace e serenità, senza aver bisogno del denaro.
Quante tematiche sociali in questa rappresentazione. C’è il desiderio di lottare contro la povertà, lo sfruttamento minorile, la riflessione su come il dolore e la paura di amare non ci facciano mettere in gioco e ci costringano ad una chiusura. E poi c’è un messaggio bellissimo, che il regalo più grande che possiamo farci a Natale è quello di far pace e stare in pace con tutti, riconoscere i nostri errori, perdonarci e perdonare e trascorrere questo giorno con le persone a cui vogliamo bene. L’importante è sentirsi sereni, non avere una tavola super agghindata.
La rappresentazione ha molto del racconto gotico, vediamo spettri, luoghi tetri e bui, voci dall’aldilà, rumori, scene cimiteriali e notturne, rese molto bene anche dai costumi indossati e dalla scenografia, sicuramente semplice, ma molto evocativa.
Buona l’interpretazione di tutti gli attori, abili anche con la recitazione a comunicarci il cambio di scena. Una menzione di merito al protagonista, Gianni Pasquali, nei panni di Mister Scrooge, per la versatilità, la dizione, la presenza scenica.
Ottima la scelta delle musiche, originali e adatte alla rappresentazione. Altra nota positiva, la durata della messa in scena, vista l’età media del pubblico.
Lo spettacolo sarà replicato il 23 dicembre a Reggio Emilia.