
Nudi e crudi, ovvero l’avventuroso viaggio del breve e brillante racconto di Alan Bennett: dalla pagina alla dimensione scenica.
Dalla prima edizione in patria datata1996, alla traduzione italiana del 2001 si è subito palesato, come e in che misura, il racconto dello scrittore britannico avrebbe conquistato cuore e mente dei bibliofili europei.
Il legame fra lo scrittore britannico e la finzione scenica è oggi più vitale che mai. Il teatro italiano stesso, deve molto ai romanzi di Bennett: “la cerimonia del massaggio”, “Il vizio dell’arte” e “la pazzia di re Giorgio” sono alcune fra le opere made in Uk trasposte per la scena o il cinema.
Il segreto di nudi e crudi è una vicenda essenziale arricchita da un incipit capace di spiazzarci spazzando via, in un unico gesto, certezze e convinzioni recondite e per questo più forti. Maurice e Rosemary Ransome, una coppia della media borghesia inglese,di ritorno a casa, … (da un’opera di Mozart), trovano l’appartamento svaligiato. No, di più… svuotato! Non ci sono tappeti, moquette, spariti persino il rotolo della carta igienica e le prese della corrente. Il mistero e tensione si infittiscono. Così, di pari passo crescono anche frenesia e isterismo di Mr Ransome e consorte.
Conosci te stesso
La regia di Serena Sinigaglia segna un punto a suo favore nella costruzione di una partitura registica solida e capace di brillare per sobrietà e ingegno. Gli intermezzi hanno un gusto piacevolmente retro’ creando un cinico, ironico distacco dagli eventi in itinere. Gli stessi coniugi Ransome, d’altronde, superato il colpo si preparano ad affrontare la vita in modo diverso. Rosemary, riscopre se stessa, svelando doti di forza e resilienza, celate dietro ad un’apparente lunare assenza. Mr Ransome, invece, lotta strenuamente per ottenere e riconquistare ritmi e stile di vita smarriti col furto. La nuova casa ha colori e arredi diversi: provvisori, ma proprio per questo più vivi.
Il risveglio dal letargo per Mrs Ransome ha inizio, ed è un processo graduale ma inarrestabile. Si comincia con una colazione al bar in abito da sera; si prosegue acquistando articoli, in regime di necessità, dal market pakistano: collane, cibo e arredi per la casa. Le regole si sovvertono, il tutto sino a sconvolgere lo status di una vita regolata dal suono delle pendole e dalle sinfonie mozartiane.
Niente ha più importanza per la vecchia coppia di coniugi: né le parole che si dicono (volatili e fatue) né il tempo trascorso guardando talk show spazzatura in televisione. La vita è in prestito, almeno sino al recupero della merce rubata quanto paradossalmente conservata in un magazzino della periferia londinese.
Il ripristino della casa non ha più alcun peso sul futuro dei coniugi Ransome:destinati a una inevitabile separazione. L’adattamento teatrale di Edoardo Erba conserva il piglio cinico e retro’ del romanzo e apre, in un crescendo di battibecchi e dialoghi serrati, una breccia nella nostra coscienza così inconsapevolmente middle class.
La scena si svela
Le scene di Maria Spazzi e i costumi di Erika Carretta, segnano il fil rouge di una pièce in costante itinere : come in una sorta di tableaux vivants cambia:evolvendo in linea con gli umori e il corso della vita di Mr e Mrs Ransome. Nicola Sorrenti è una presenza camaleontica e indispensabile al duo Amelia Monti e Paolo Calabresi, entrambi così perfettamente affiatati e complementari nei contrasti.
Da mercurio istrionico qual è copre i ruoli di contorno e agisce da voce narrante – referente del pubblico. La sua semplice versatilità conquista la scena con un rigore e umorismo. Grande successo in sala, elevato il livello di partecipazione e gradimento da parte del pubblico. Optare per le sinfonie e i concerti di Wolfgang Amadeus Mozart, come colonna sonora rafforza e filo conduttore della pièce, è una scelta eccellente e conferma il talento di Sandra Zoccolan.