Anelante, la nuova opera teatrale di Flavia Mastrella e Antonio Rezza

In scena fino al 17 gennaio al Teatro Vascello di Roma un percorso verbale e fisico all'insegna della logorrea, del parossismo e del nonsense

[rating=3] Anelante è il participio presente del verbo anelare, ma è anche il titolo della nuova opera teatrale di Flavia Mastrella e Antonio Rezza, in scena fino al 17 gennaio al Teatro Vascello di Roma.

Anelante è – come si legge nel comunicato stampa dello spettacolo – «l’uomo che esiste nel suo struggimento», che «Decanta l’alienazione e la disperazione di esseri umani tramutati in entità virtuali» e «Esalta la visione del sé idealizzato, non riesce ad ascoltare e utilizza solo la sua comunicazione verbale». In Anelante, che è prodotto da Fondazione TPE, TSI La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello e RezzaMastrella, Antonio Rezza traccia un percorso verbale e fisico all’insegna della logorrea, del parossismo e del nonsense, un percorso che inizia con le parole di un matematico che spiega a voce alta i suoi insensati calcoli e che si conclude con un monologo con il quale un uomo che «si affida all’inconscio per portare la parola sott’acqua, lì dove persino Dio ha fallito» mette alla berlina senza pietà pregi e difetti (soprattutto i difetti) dei suoi genitori; in mezzo, una serie di gags ed elaborate partiture fisiche delle quali Rezza è protagonista insieme ai bravi Ivan Bellavista, Manolo Muoio, Chiara Perrini ed Enzo Di Norscia. Ulteriore protagonista dello spettacolo è l’habitat scenico ideato e realizzato da Flavia Mastrella, costituito da una specie di parete smontabile dietro alla quale si svolgono alcune azioni performative (che gli spettatori intravedono attraverso delle “finestre” nella parete) e da una grande croce sbilenca alla quale Rezza ogni tanto si “crocifigge”, senza dimenticare i colorati copricapo (che ricordano degli elmi da palombaro) che Rezza e gli altri performers indossano durante la scena finale del monologo sott’acqua.

In Anelante a farla da padrone è la tipica comicità di Rezza, crudele, assurda e agghiacciante, un vero e proprio tritacarne comico-semantico nel quale temi e concetti di importanza capitale come la morte, il sesso, Dio e il rapporto tra figli e genitori (e anche le teorie di Freud) vengono stravolti e fatti a pezzi senza alcun timore reverenziale o rispetto “borghese”. Le cose migliori di questo spettacolo sono la parte iniziale, molto divertente e piena di ritmo, e lo spiazzante e suggestivo monologo finale, mentre la parte centrale appare appesantita dalle gags e dalle partiture fisiche cui si faceva riferimento in precedenza, ben realizzate ma troppo fini a sé stesse. Nonostante non sia esente da imperfezioni e da momenti non particolarmente brillanti, Anelante è l’ennesima conferma della straordinaria follia creativa fuori dal comune di Antonio Rezza, forse il miglior performer italiano dei nostri tempi.

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