
Anche quest’anno la Reggia di Portici ha riaperto i suoi giardini per accogliere i musicisti e i cantanti protagonisti del Festival Mozart Box.
Ad aprire l’edizione del 2017 è stato, lo scorso giovedì, Stefano Bollani che nel suggestivo Real Orto Botanico si è esibito in uno spettacolo di “Solo Piano”, un one man show in cui “tutto può accadere. Non esiste nessuna scaletta, nessun programma di sala a cui aggrapparsi per il succedersi dei brani”, come si legge nella presentazione dell’evento. E nessuna definizione è più azzeccata.
Bollani sale sul palco, una camicia rossa, i jeans e due pianoforti a sua disposizione; inizia a suonare e da quel momento, per le due ore successive, lo spettatore non riuscirà a staccare gli occhi da lui, catturato totalmente da quel miracolo che si sta compiendo davanti ai suoi occhi.
Il virtuosismo musicale, la bravura, la sregolatezza del genio si fondono in quest’uomo con un’irresistibile simpatia e una vulcanica gioia di vivere; Bollani diverte perché è il primo a divertirsi, è uno che si approccia alla musica con una genuina spontaneità e passione e riesce a trasmettere quest’ottimismo cosmico anche a chi lo ascolta.
La sua performance è un continuo mescolare vecchio e nuovo, musiche lontane e canti vicini, da Mozart e Beethoven ai suoi brani più recenti, creando una vera e propria montagna russa di emozioni.
Sul palco a fargli compagnia, a turno, tre artisti: il cantante e pianista Lorenzo Engheller, che sostituisce Bollani al pianoforte mentre lui canta la sua Guapparia 2000 – omaggio e allo stesso tempo critica alla Napoli di oggi-; il sassofonista Daniele Sepe, con cui ha collaborato già altre volte in passato, e infine una delle più grandi attrici della scena partenopea, Isa Danieli, che si esibisce in una commovente versione della storica “Munastero ‘e Santa Chiara”.
L’artista trova il tempo, tra un brano e un altro, anche per dare al pubblico qualche nozione su Mozart e su come reinterpretarlo in chiave moderna partendo dalle teorie alternative, e a tratti contestabili, di Pierre Le Necessaire.
Il finale è esplosivo e inaspettato, il pianista esce e rientra come da copione e al suo ritorno fa una proposta agli spettatori: dirgli tutte le canzoni che vengono loro in mente, lui segnerà le prime dieci e le suonerà una dopo l’altra. I titoli vanno da Norwegian Wood dei Beatles a Heidi passando per You make me real dei Doors.
Bollani mantiene la promessa, le suona tutte, impeccabile e divertito, ridendo e giocando con la voce a imitare i cantanti originali; per ultimo si lascia l’asso nella manica, sempre proposto dal pubblico, e si lancia in questa agguerrita e liberatoria versione di Nun me’ scuccià di Pino Daniele. Gli spettatori si alzano in un lunghissimo applauso per ringraziare l’uomo che per due ore ha compiuto una magia e ha portato tutti in un ‘altrove’ fatto di musica, gioco ed emozioni.
Quindi se mai vi capiterà di trovarvi nei pressi di un suo concerto fiondatevi e poiché i suoi spettacoli fanno sempre Sold Out (come è successo anche al Mozart Box) non esitate nemmeno un po’, altrimenti potreste trovarvi a rimpiangerlo leggendo a posteriori recensioni entusiaste e rapite, come questa.