Murubutu & Moon Jazz Band. L’incontro tra rap e jazz che non ti aspetti

Murubutu & Moon Jazz Band
Murubutu & Moon Jazz Band © JazzMi

Lo chiamano il “rapper letteratato”, dicono che faccia “letteratura in rap” e in effetti con Murubutu il rap sale davvero in cattedra perchè Alessio Mariani, vero nome dell’artista, alla musica affianca la storia e la filosofia, che insegna al Liceo Matilde di Canossa di Reggio Emilia, e che porta nei suoi testi, unici nella scena rap italiana.

Dimenticatevi allora tatuaggi sul viso, autotune e canottiere che mettono in bella mostra i bicipiti pompati perchè ogni spettacolo di Murubutu è un viaggio intimo tra la filosofia e la musica e, per celebrare questa sua natura fuori dagli schemi e dai clichè, nel suo tour nei teatri l’artista ha scelto di farsi accompagnare non dai soliti dj che mettono i beat, ma da sei talentuosissimi musicisti della scena jazz che insieme formano la Moon Jazz Band: Dia voce, Filippo Cassanelli – contrabbasso, Vincenzo Messina – batteria, Giacomo Grande – tastiere/piano, Federico Califano – sax contralto, Gabriele Polimeni – tromba/flicorno.

Un ensemble del genere, che unisce il rap alle sonorità del jazz, non poteva non approdare in una delle rassegne dedicate più importanti d’Italia, il JazzMi per la quale si è esibita in un doppio set al Teatro della Triennale lo scorso 2 novembre registrano un tutto esaurito per entrambi gli spettacoli.

Lo spettacolo si è aperto con un solo della Moon Jazz band, per mettere subito in chiaro che nonostante la giovane età questi sei artisti il groove ce l’hanno nel sangue e sanno modellare le note a loro piacimento regalando momenti di pura estasi.

Poi Murubutu entra scena  e attacca a rappare e tutti in sala capiscono che quei due mondi così distanti trovano su quel palco la chiave di volta per unirsi in qualcosa che lascia a bocca aperta.

Tra una canzone e l’altra l’artista si prende il tempo per qualche battuta (“La mia musica si divide in tre categorie: triste, tristissima, devastante”) nonchè due reading: uno del suo brano L’avventura di due sposi, adattamento in versi dell’omonimo racconto di Calvino, e La donna invisibile brano scritto per una sua fan venuta a mancare. E’ padrone del palco, capace di intrattenere il pubblico come solo chi deve tenere alta l’attenzione di 30 adolescenti spiegando la tesi e l’antitesi di Hegel sa fare.

Con un viaggio che parte da Ulisse e, passando per Paolo e Francesca, per il multiverso, per il migliore dei mondi possibili, arriva fino a Dostoevskij omaggiato ne Le notti bianche, Murubutu e la Moon Jazz Band regalano un’ora e mezza di buona musica che fluisce insieme alle emozioni; si esce così dalla sala felici e arricchiti di bellezza e anche di sapere.