Cento anni di Eliseo, un occhio alla tradizione e uno al futuro

Luca Barbareschi presenta la nuova stagione del Teatro Eliseo

Finally dopo una bufera mediatica fra minacce di chiusura, promesse svelate e accorati appelli, ecco la nuova stagione del teatro Eliseo di Roma, presentata in capitale il 14 Giugno in un teatro stracolmo di addetti ai lavori e giornalisti. Con ritrovato entusiasmo Barbareschi presenta i suoi protagonisti, lasciandosi alle spalle le molte polemiche per il megafinanziamento ricevuto dal teatro di Via Nazionale, non senza qualche velata frecciatina ai suoi molti detrattori.

Ad aprire le danze la coppia Mauri-Sturno che dopo il successo di Edipo torna quest’anno con Beckett in Finale di Partita, a seguire Massimo D’apporto nei panni che furono nientemeno che di Sordi nel capolavoro di Cerami Un borghese piccolo piccolo, storia di raccomandazioni e scorciatoie di un’Italietta che dopo quarant’anni dall’uscita del romanzo mostra ancora le stesse debolezze. A Novembre altro ritorno, quello di Mamet, autore caro al direttore artistico, che veste i panni del protagonista ne Il Penitente, ultimo testo del drammaturgo statunitense; in clima pre-natalizio sarà poi il turno de Il malato immaginario con un Gioele Dix, attore dal passato in stand-up comedy oggi apprezzato interprete teatrale.

Seguiranno La guerra dei Roses con Ambra Angiolini per la regia di Filippo Dini e Sogno di una notte di Mezza Estate con un tris di grandi nomi per i ruoli maschili: Fresi, Pasotti e Ruffini accompagnati dalla seducente Violante Placido nel ruolo della capricciosa Titania. Il nuovo anno porterà nuovamente Lacci di Starnone con Silvio Orlando, che dopo il successo registrato al Piccolo Eliseo passa a gran richiesta nella platea sorella del grande; in primavera ancora ritorni: Khora teatro e Preziosi si ripresentano al pubblico dell’Eliseo con un nuovo testo: Van Gogh l’odore assordante del bianco di Stefano Massini, vincitore nel 2005 del premio Tondelli.

Chiudono infine la stagione tre novità: Parenti Serpenti per la regia di Luciano Melchionna con Lello Arena nei panni che furono di Paolo Panelli, il music hall di Viviani Eden Teatro per la regia di Mariano Rigillo, Circus Don Chisciotte del neo direttore del Napoli Teatro Festival Ruggero Cappuccio ed infine La cucina di Arnold Wesker per la regia di Valerio Binasco, altro acclamato ritorno. Non da meno la stagione del piccolo. Si comincia con Purgatorio di Dorfman, seguito dall’opera più intensa di Ruccello: Ferdinando, si prosegue con Pugni di Zolfo con protagonista il bravissimo Maurizio Lombardi e La Paranza dei bambini di Saviano.

A partire dal nuovo anno New Magic Show di Giuseppe Montesano, Cous Cous Klan del talentuoso Gabriele di Luca, autore di Carrozzeria Orfeo, poi ancora Lampedusa il cui regista in occasione della presentazione ha avuto modo di introdurre lo spettacolo al pubblico leggendo twitter della Lega e Stabat Mater con l’intensa Maria Paiato. In primavera è il turno di Orphans e di due opere di Patroni Griffi: D’estate con la barca e Scende giù per Toledo.

A chiudere Novantadue di Claudio Fava per la regia di Filippo Dini e Prima di andar via per la regia di Francesco Frangipane. Grandi Assenti Strehler, Visconti, De Filippo, peccato, ma la stagione è bella e promettente in ogni caso, Barbareschi ha annunciato anche la nascita a lungo sospirata dell’Accademia in seno al teatro, nel rispetto della migliore tradizione europea. Soldi ben spesi insomma, forse non per tutti, c’è già chi riciccia la storia del centenario festeggiato nel 2000 a cento anni dalla costruzione, mentre nel 2018 si festeggerà l’effettiva consacrazione nominale in teatro Eliseo, già Arena Nazionale, poi Teatro Apollo, Teatro Cines, Teatro degli Italiani e poi di nuovo Teatro Eliseo. Insomma una vera araba fenice questo illustre palcoscenico calcato dai più grandi, buttato giù e ricostruito 2 volte, ingrandito, restaurato, risorto, celebrato e chi più ne ha più ne metta. Ma dopotutto perché tanta acredine per un teatro salvato? Quanti soldi mal spesi in opere pubbliche mai terminate, stipendi mal guadagnati, sprechi vari di denaro dei contribuenti? Quando se ne paventava la definitiva chiusura in gestione Monaci, sulla facciata dell’Eliseo campeggiava la scritta: “un teatro vuoto è una sconfitta per tutti”, ora ci si lamenta di chi vuole riempirlo. Cose ‘e pazz avrebbe detto il buon Eduardo.

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