“Re Lear” al femminile nel cortile del Bargello di Firenze

Dal 6 al 9 giugno alle ore 21.00 nello splendido cortile del Museo Nazionale del Bargello di Firenze, all’interno di Estate al Bargello, torna dopo la fortunata tournee invernale il Re Lear di William Shakespeare della compagnia Teatro popolare d’arte per la regia di Gianfranco Pedullà.

Un allestimento di ampio respiro,  reso unico dall’affidamento della parte del re ad una donna, Giusi Merli, attrice poliedrica e assai carismatica, tornata da poco da Cannes dove  è stato presentato  il nuovo film di Sorrentino, La Grande Bellezza, in cui ha una parte di rilievo; significativo anche il resto del numeroso cast, costituito da attori di grande qualità, per lo più toscani, fra i quali spiccano Marco Natalucci e i  validi Simone Faloppa, Francesco Rotelli, Gaia Nanni, Roberto Caccavo, Claudia Pinzauti, Enrica Pecchioli, Lorella Serni. Lo spettacolo si avvale della presenza importante di Gianfranco Quero, attore siciliano, già collaboratore di Mario Martone.

In King Lear, fra i tanti temi, Shakespeare parla di un difficile passaggio di poteri fra le generazioni di un’arcaica e mitica Inghilterra. Qualcosa di simile sembra accadere nella nostra epoca, dove la comunicazione fra padri e figli appare sbilanciata a favore di adulti sempre giovanili, giovani che – per molti motivi (culturali, lavorativi, sociali) – faticano a imporre la loro funzione sociale e non riescono a diventare adulti. Forse la morte ci fa più paura e una briciola di potere lusinga più del dovuto le nostre fragili vite. Mettere in scena “Re Lear” è come salire su una montagna e gettare un lungo e pietoso sguardo sul mondo, sulle conquiste e sulle cadute degli uomini. Una montagna misteriosa che, scalandola, svela lentamente la grandezza e la piccolezza del genere umano. Le rivalità, la competizione sfrenata, riportano gli uomini e le donne allo stato bestiale, alla violenza, alla guerra sterminatrice. L’avidità di potere scatena – parafrasando Marx – gli “spiriti selvaggi” della specie umana.

E allora che si rompono i legami di solidarietà fra giovani e vecchi, fra padri e figli, tra fratelli e sorelle; e la vita umana si chiude nell’individualismo cieco, nella solitudine aggressiva, nella sofferenza e nell’insofferenza. Resta solo spazio per tamburi e rituali di guerra, alla fine della quale la terra appare devastata e desolata; un deserto che solo una nuova generazione di giovani onesti – e eticamente motivati – può sperare di seminare e fecondare con pazienza, tenacia e nuovo respiro. Ho provato a collocare questa storia in un tempo arcaico, prima della modernità. Alcune suggestioni sono rintracciabili – sia pure sullo sfondo – in un certo cinema di Pasolini (EDIPO RE  e MEDEA) e altre nella lezione teatrale di Peter Brook, maestro di essenzialità scenica e leggerezza recitativa.
Gianfranco Pedullà

Biglietti: Intero 15 euro, ridotto 12 euro (coop – over 60 – under 26)
Prevendite Punti vendita del circuito Boxoffice e on line BOXOL.IT
Maggiori informazioni e prenotazioni: Teatro Popolare d’arte 338 97 69 477 – 3471961898
tparte@dada.it  www.tparte.it

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