
Dal 30 novembre al 7 dicembre al via il 54° Festival dei Popoli – Festival Internazionale del Film Documentario al cinema Odeon di Firenze.
Tutti i segreti rivelati dall’organizzazione di Julian Assange nel documentario d’inchiesta We Steal Secrets: the Story of Wikileaks, firmato dal premio Oscar Alex Gibney; Centoquaranta. La strage dimenticata di Manfredi Lucibello, sulla drammatica vicenda del traghetto Moby Prince, un disastro in cui persero la vita 140 persone. E poi l’Ilva di Taranto e la Puglia di oggi visti attraverso gli occhi di Cecilia Mangini, la maggiore documentarista italiana che ritorna al cinema con In viaggio con Cecilia co-diretto insieme a Mariangela Barbanente; le restrittive leggi sulla procreazione in Cina in Mothers di Xu Huijing; la “lezione di regia” di un protagonista del cinema europeo come Marcel Łoziński (cui il festival dedica la retrospettiva) in Anything Can Happen. Questi i documentari che inaugurano la prima giornata del 54/o Festival dei Popoli – Festival Internazionale del Film Documentario, il 30 novembre, al cinema Odeon di Firenze. Il festival proseguirà fino al 7 dicembre anche allo Spazio Alfieri, all’Istituto Francese e all’auditorium di Sant’Apollonia.
Il festival, presieduto da Marco Pratellesi e diretto da Alberto Lastrucci, presenta un programma composto da 100 documentari provenienti da tutto il mondo. La manifestazione si svolge nell’ambito della “50 giorni di cinema internazionale a Firenze” coordinata da FST – Fondazione Sistema Toscana.
“Se negli ultimi 50 anni stampa e televisione si sono progressivamente allontanate dall’inchiesta giornalistica – scrive Marco Pratellesi nella sua introduzione – l’eredità è stata parzialmente raccolta dal documentario che spesso riesce a raccontare quelle verità che è impossibile illuminare senza scavare a fondo nei fatti”.
“Il documentario – scrive Alberto Lastrucci nell’editoriale del festival – ti sbatte in faccia la realtà. Lo fa con un linguaggio raffinato, frutto di elaborazione stilistica e ricerca estetica. Ma sempre di realtà si tratta: complessa, ambigua, contraddittoria; e perciò sempre così difficile da comprendere. Lontana dalle semplificazioni a cui la contemporaneità ci vorrebbe abituare, da quegli slogan utilizzati a piene mani dalla pubblicità, dall’informazione-spettacolo o dalla politica-rissa, linguaggi che tendono sempre più a somigliarsi. Il cinema documentario si muove in un’altra direzione. Non offre certezze, non consente che ci si rilassi sulla poltrona. Sollecita questioni, domande, curiosità”.
Anteprima del 54° Festival dei Popoli, 29 novembre, cinema Odeon
Venerdì 29 novembre, al cinema Odeon, alle 17.30 (ingresso libero), come anteprima del 54° Festival dei Popoli verrà presentato Educazione affettiva, di Federico Bondi e Clemente Bicocchi (Italia, 2013). Nel documentario si raccontano gli ultimi giorni di scuola alla quinta elementare della “Pestalozzi”. La classe si domanda cosa succederà dopo. Tra le tante emozioni, emerge la paura del futuro. “Abbiamo prodotto Educazione Affettiva – dicono i registi del film – con l’intenzione di stimolare una riflessione, di riportare la scuola alla sua dimensione sociale e culturale, ponendo l’attenzione sulla centralità degli affetti nei processi educativi, ricordandoci che i bambini non conoscono pregiudizi ma basta poco per cambiare per sempre i loro valori.” La proiezione è alla presenza degli autori.
Opening Night, 30 novembre ore 21.30, cinema Odeon
L’inaugurazione ufficiale del 54/o Festival dei Popoli si terrà il 30 novembre, alle 21.30, al cinema Odeon, con la prima italiana di We Steal Secrets: the Story of Wikileaks di Alex Gibney, premio oscar per il documentario. Il regista ricostruisce con accuratezza giornalistica la storia del portale Wikileaks che, fondato da Julian Assange. riceve in modo anonimo, grazie a un dropbox protetto da un sistema di cifratura, documenti segreti (militari, industriali, bancari) e li pubblica sul sito. Il film segue la controversa parabola di Assange in parallelo con le vicende di Bradley Manning, militare dalla carriera brillante che ha trafugato migliaia di documenti dai server militari e diplomatici USA ed è stato accusato di reati contro la sicurezza nazionale. La giornalista dell’Espresso Stefania Maurizi (autrice di “Dossier Wikileaks. Segreti Italiani”) interverrà per animare il dibattito che seguirà alla proiezione, un dibattito che si prospetta di grande interesse, con un intervento in sala di Kristinn Hrafnsson, portavoce ufficiale di Wikileaks.
Come è strutturato Il programma
Il festival intercetta l’estrema varietà stilistica del miglior cinema documentario nel Concorso internazionale, che propone 24 film, così suddivisi: 8 lungometraggi, 8 mediometraggi e 8 cortometraggi, tutti inediti in Italia. Le nuove tendenze del cinema italiano trovano spazio nella sezione Panorama dedicata alle produzioni più recenti, 7 film, tra cui 5 in prima mondiale (un dato significativo, se si pensa al numero sempre maggiore di documentari “contesi” tra i principali festival italiani). Il Festival dedica un’ampia retrospettiva (forte di 34 titoli), intitolata “Father & Son: un viaggio nel cinema” e curata da Silvio Grasselli e Vittorio Iervese, a Marcel Łoziński e Paweł Łoziński, padre e figlio, entrambi da annoverare tra gli autori più rappresentativi del cinema polacco. Études sur une ville è una sezione curata da Claudia Maci interamente dedicata a Parigi, città che da sempre è fonte di ispirazione della settima arte. Tra i 14 film (tra cui numerose rarità degli anni ’20) da segnalare il cine-concerto di Études sur Paris, unica opera conservata del cineasta d’avanguardia André Sauvage che sarà accompagnata dal vivo dai Quatuor Prima Vista, quartetto d’archi proveniente, manco a dirlo, da Parigi che eseguirà una partitura originale composta da Baudime Jam. Lontano da Utopia è incentrata su storie di comunità e popoli di vari paesi in cui l’aspirazione a conseguire migliori condizioni di vita ha preso la forma della lotta collettiva. Quest’anno iI Festival dei Popoli si gemella con Documentarist – Istanbul Documentary Days, uno dei festival di documentari più importanti della Turchia, proponendo una selezione di documentari turchi di recente produzione. Tra gli Eventi Speciali saranno presentati film ad alto contenuto spettacolare e con temi di grande interesse e attualità. All’Auditorium Sant’Apollonia dal 4 al 7 dicembre si terrà la prima edizione di Doc at Work un nuovo spazio aperto a tutti gli appassionati per conoscere da vicino il mondo del documentario con un programma di incontri, workshop, dibattiti con gli autori. Sempre in questo spazio, Documentaristi Anonimi – Associazione Documentaristi Toscani e Cinemaitaliano.info presentano due documentari italiani ancora in fase di realizzazione (per la sezione Panorama in Cantiere). Nel corso di Doc at Work si svolgerà anche l’evento Industry che prevede la presentazione di progetti e rough cut di fronte ad un pubblico di buyers e commissioning editors di provenienza internazionale. Doc at Work è realizzato con il supporto di Regione Toscana e FST – Fondazione Sistema Toscana.
Closing Night, sabato 7 dicembre, dalle 21.00, cinema Odeon/Spazio Alfieri
La cerimonia di premiazione si terrà sabato 7 dicembre, al cinema Odeon, alle ore 21.00. A seguire una “serata blues” con due film in programma. The Blues Accordin’ to Lightnin’ Hopkins” di Les Blank (USA, 1970, 30′) potente ritratto del grande bluesman texano Lightnin’ Hopkins e uno dei capolavori di Les Blank, cineasta cui il Festival dei Popoli tributa un omaggio a pochi mesi dalla scomparsa.“This Ain’t No Mouse Music” di Chris Simon e Maureen Gosling (USA, 2013, 90′) è dedicato all’icona della musica etnica Chris Strachwitz (fondatore della Arhoolie Records). Il film ci conduce in uno scatenato viaggio musicale dal Texas a New Orleans alla ricerca dell’anima musicale dell’America. Allo Spazio Alfieri, a partire dalle 21.30, saranno replicati i 3 film vincitori.
Sintesi del programma
Domenica 1 dicembre: tra gli eventi speciali Hélio Oiticica di Cesar Oiticica Filho (cinema Odeon, ore 21.00) su uno dei più eclettici ed innovativi artisti di arte contemporanea che il Brasile abbia mai prodotto. Allo Spazio Alfieri (ore 21.00) si parlerà delle condizioni dei 150 minatori della Carbosulcis in Dal Profondo di Valentina Pedicini, fresco vincitore del Festival di Roma nella sezione documentari. In seconda serata la proiezione di Let The Fire Burn, di Jason Osder, alla presenza del giornalista Paolo Bertella Farnetti (autore di “Pantere nere. Storia del mito del Black Panther Party”). Il documentario racconta del movimento per la liberazione dei neri d’America, il MOVE, fondato a Philadelphia nel 1972. Lunedì 2 dicembre, in concorso internazionale, Giovanni Cioni presenta Per Ulisse (cinema Odeon, ore 21.00) girato a Firenze al centro di socializzazione Progetto Ponterosso. Allo Spazio Alfieri la prima mondiale di EU013 – L’ultima frontiera di Alessio Genovese, girato all’interno dei Centri di Identificazione ed Espulsione italiani (CIE). Martedì 3 dicembre, il ciné-concert Etudes sur Paris (1928), di André Sauvage accompagnato dal vivo dai Quatuor Prima Vista (cinema Odeon, ore 21.30). Allo Spazio Alfieri (ore 21.00) Ciò che mi nutre mi distrugge di Ilaria de Laurentiis e Raffaele Brunetti segue con delicatezza il percorso terapeutico di quattro giovani donne che combattono contro bulimia e anoressia. Mercoledì 4 dicembre, segnaliamo Elvis Costello: Mystery dance di Mark Kidel, sul celebre genio indiscusso della musica pop-rock (cinema Odeon, ore 22.30). Allo Spazio Alfieri, Abu Haraz di Maciej J. Drygas (18.30) su una diga costruita sul Nilo e lo stravolgimento che avrà sulle abitudini di un villaggio arcaico e Aishiteru My Love di Stefano Cattini sul valore didattico del teatro nelle scuole (20.30). Giovedì 5, tra i tanti documentari proposti segnaliamo Chimeras di Mika Mattila, sul gigante dell’arte contemporanea cinese Wang Guangyi, “l’Andy Wharol in Cina” (cinema Odeon, ore 21.00) e allo Spazio Alfieri Lisola di Matteo Parisini (ore 18.30) un tuffo negli anni ’70 attraverso la storia di una “comune” a Sassomarconi. Tra gli eventi speciali di venerdì 6 dicembre, ore 21.30, Elektro Moskva di Dominik Spritzendorfer e Elena Tikhonova, un documentario sulla sperimentazione musicale realizzata attraverso apparecchiature elettroniche messe a punto da scienziati militari sovietici. Sabato 7 dicembre, oltre agli eventi speciali già citati, ricordiamo la proiezione di Master of the Universe di Marc Bauder: il regista incontra Rainer Voss, fino a qualche anno fa uno dei “dominatori dell’universo”, broker al soldo di banche e società d’investimento che trattano e scambiano milioni di euro alla velocità di una frazione di secondo. A seguire un approfondimento di Maurizio Ricci, giornalista de “La Repubblica“.
La Giuria internazionale e i premi
La Giuria internazionale – composta da Pieter van Huystee (produttore), Cinta Pelejà (co-direttrice di Doclisboa FF) e J. P. Sniadecki (filmmaker) – assegnerà i seguenti premi: Premio al Miglior Lungometraggio (€ 8.000, equamente divisi tra regista e produzione); Premio al Miglior Mediometraggio (€ 4.000, equamente divisi tra regista e produzione); Premio al Miglior Cortometraggio (€ 2.500, equamente divisi tra regista e produzione) e targa “Gian Paolo Paoli” al miglior film etno-antropologico. La giuria degli studenti, composta dagli studenti della Syracuse University in Florence (SUF), giudicheranno i cortometraggi del Concorso Internazionale assegnando il Premio Syracuse University in Florence (€ 1.000). I film concorrono inoltre al Premio MYmovies.it – Il cinema dalla parte del pubblico (vota il pubblico tramite SMS).
Concorso internazionale
Concorso lungometraggi Una regione della Galizia, considerata dai romani il luogo dove il mondo aveva fine, viene filmata come un suggestivo affresco da Lois Patiño in Costa da Morte (04/12); il crocevia di vite della grande stazione parigina Gare du Nord è documentato da Claire Simon: viaggiatori in partenza e arrivo creano una moltitudine di sguardi, gesti, racconti (01/12). Di medio oriente si parla in Hamdan di Martín Solá in cui la testimonianza di un militante palestinese rinchiuso in prigione per 15 anni prende la forma di un’impressionante saggio visivo e sonoro (05/12). L’immigrazione, al centro delle grandi questioni europee, viene mostrata da angolazioni inedite: Ödland. Damit keiner das so mitbemerkt (Wasteland – So That No One Becomes Aware of It) di Anne Kodura è ambientato nell’estrema periferia di una città tedesca e interamente concentrato sul micro-mondo di Aya, Momo e Mustafa, figli di 3 famiglie rifugiate su cui pende la minaccia di espulsione. L’Escale di Kaveh Bakhtiari è ambientato in un appartamento ad Atene in cui un gruppo di clandestini attende da anni che per loro il “sogno europeo” possa avverarsi (06/12). Altre vite, altre storie: Giovanni Cioni in Per Ulisse racconta una Firenze dimenticata, vittima di un’oblio collettivo: il film è stato realizzato insieme ai frequentatori del centro di socializzazione Progetto Ponterosso aperto a varie categorie di marginalità (02/12). Protagonisti di un film molto duro sono le “anime perdute” di Sickfuckpeople di Juri Rechinsky che a Odessa segue un gruppo di giovanissimi emarginati vittime della droga. (02/12). In Metamorphosen di Sebastian Mez una zona remota della regione degli Urali meridionali dove, in era sovietica, un’esplosione nucleare ha contaminato un’area vastissima viene filmata con un originalissimo impianto visivo (03/12).
Concorso mediometraggi Un cavallo fuoriclasse e un gioco di scommesse clandestine in ‘A Iucata di Michele Pennetta (03/12). La quotidianità dei bambini rom della Transcarpazia che non hanno altro per giocare che le coccinelle in Loli Kali Shuba di Aleksandr Balagura (01/12). In Night Labor, David Redmon e Ashley Sabin ci fanno incontrare Sherman, un uomo che vive e lavora immerso in un’inquietante solitudine (06/12). In Onder Vrouwen (Among Women) di Kim Brand la giovane regista olandese ci introduce alle pratiche di educazione al piacere sessuale femminile che si tramandano da generazioni le donne zambiane (01/12). La Grecia e la crisi economica che minaccia di disintegrare il sistema sanitario nazionale si riflettono in una piccola farmacia di quartiere in Sto Pharmakeio (At the Pharmacy) di Myrna Tsapa (04/12). L’indipendenza camerunense viene raccontata dalla figlia di Ernest Ouandie, eroe della lotta per l’indipendenza del suo paese in Une Feuille dans le Vent di Jean-Marie Teno (06/12). Nel documentario WIP – Work in Progress di Simona Risi, una delle due registe italiane in concorso, racconta in parallelo due gruppi di operai in difficoltà: quelli che hanno occupato per sei mesi la petroliera Marettimo a Trapani e un gruppo di operaie che a Latina hanno occupato la loro fabbrica per un anno (05/12). Yugoslavia, How Ideology Moved Our Collective Body di Marta Popivoda e il titolo più sperimentale tra quelli proposti, dai partigiani nel 1945 ai ragazzi che, nel 2000, incendiarono il palazzo parlamentare a Belgrado, il film colleziona curve emotive e movimenti sincopati del “corpo collettivo” dapprima irreggimentato in cori patriottici e parate filo-governative poi bruscamente messo davanti allo sbriciolarsi del comunismo “dentro e attraverso” il corpo dei singoli (02/12).
Concorso Cortometraggi In Alba de un recuerdo di Camila Rodríguez si racconta la quotidianità di Alba che a 75 anni vive sola in compagnia delle sue memorie (04/12). Buenos Dias Resistencia di Adrián Orr (05/12) è la simpatica cronistoria del risveglio burrascoso di tre piccoli fratellini. in Cha Fang (The Questioning) di Zhu Rikun il confronto serrato tra le forze di polizia e lo stesso regista mette a nudo alcune delle dinamiche messe in atto dalle autorità cinesi nei confronti dei dissidenti (06/12). La Parka di Gabriel Serra entra nel mondo dei mattatai per farci incontrare un uomo che, per mestiere, dispensa quotidianamente la morte (04/12). Lettres à la mer di Renaud Perrin e Julien Telle è un originalissimo documentario d’animazione che racconta la storia di 300 lettere mai recapitate ai feriti della guerra di Spagna. Lewa Polowa Twarzy (Left Side of the Face) di Marcin Bortkiewicz (02/12) vede all’opera uno strano fotografo itinerante e un inconsueto progetto fotografico. In Noticias da Rainha di Ana Johann (06/12) un originale commistione fra documentario e performance teatrale compone il ritratto di Lucia Cecilia Kubis, Regina della radio brasiliana. Quand Passe le Train di Jérémie Reichenbach documenta l’attività di un gruppo di donne messicane che forniscono cibo ai migranti che passano la frontiera attaccati ai treni merci (03/12).
Panorama
Nella sezione dedicata alle produzioni italiane si parlerà di teatro nelle scuole come motore dinamico per gli studenti in Aishiteru My love di Stefano Cattini (04/02). Being You, Being Me di Alexandra Kaufmann è il delicato ritratto del fratello della regista, un ragazzo davvero speciale la cui vita è rimasta segnata da un incidente accadutogli da bambino (06/12). L’Italia dei misteri e degli operai, della crisi e di posti dimenticati saranno tra gli argomenti di alcuni dei documentari di questa sezione, come il già citato Centoquaranta. La strage dimenticata di Manfredi Lucibello. Della miniera Carbosulcis e della vita di 150 minatori (tutti uomini e una donna), a cinquecento metri sotto il livello del mare, se ne parlerà nel documentario Dal Profondo di Valentina Pedicini (01/12). Le parole e i gesti di quattro donne che combattono contro bulimia a anoressia insieme a straordinari terapeuti sono il tema di Ciò che mi nutre mi distrugge di Ilaria De Laurentiis e Raffaele Brunetti (03/12). In EU 013. L’ultima frontiera Alessio Genovese si mostra cosa succede all’interno dei Centri di Identificazione ed Espulsione italiani (CIE), tra le poche testimonianze reali e tra i primi registi ad entrare (02/12). Della comunde “Lisola”, fondata a Sassomarconi, se ne parlerà in Lisola di Matteo Parisini, uno spaccato storico, politico e culturale d’Italia degli anni ’70 (05/12).
I film italiani concorrono al Premio Cinemaitaliano.info – CG Home Video (www.cghv.it). La giuria è composta dalla redazione di cinemaitaliano.info (www.cinemaitaliano.info). Il premio consiste nella pubblicazione e distribuzione del film nella collana DVD “POPOLI doc“.
Retrospettiva: “Father & Son. Un viaggio nel cinema”
Per la prima volta in Italia i registi Marcel Łoziński e Paweł Łoziński, padre e figlio, da annoverare tra i maestri del cinema europeo, saranno omaggiati con una retrospettiva di 34 titoli intitolata “Father & Son: un viaggio nel cinema” curata da Silvio Grasselli e Vittorio Iervese. Marcel Łoziński e Paweł Łoziński attraverso le loro opere, hanno raccontato oltre 40 anni di storia del loro paese, la Polonia. L’evento è realizzato grazie al contributo e alla collaborazione dell’Istituto Polacco di Roma, del Polish Film Institute e della Krakow Film Foundation. La retrospettiva propone una ampia ricognizione delle opere realizzate dai due registi: da Happy End sulle fabbriche e le assemblee sindacali alla ricerca dei luoghi d’infanzia da parte di giornalista fotoreporter nelle campagne dove è nato in The Visit. Front Collision racconta il dramma di un ferroviere che, dopo una carriera impeccabile, viene accusato di un incidente ferroviario. La politica fa da sfondo a How to Live sui campeggi estivi organizzati dal Sindacato Socialista Polacco della gioventù. Episodi della travagliata storia della Polonia veongono esaminati in Witnesses, il 4 luglio 1946 a Kielce la folla trucida 42 ebrei (qui il regista intervista alcuni testimoni della strage) e in Katyn Forest sull’invasione della Polonia da parte dell’Unione Sovietica, nel 1929, quando la polizia staliniana rinchiuse nei campi di prigionia circa 15.000 persone. Marcel Łoziński (1940) ha realizzato più di 50 film che hanno ricevuto innumerevoli premi e riconoscimenti, tra cui la candidatura all’Oscar per il cortometraggio 89 mm from Europe (1993) (incluso nella retrospettiva). Collaboratore di Krzysztof Kieslowski e Andrzej Wajda, Marcel Lozinski è considerato uno dei maestri del cinema polacco, riconoscimento che non riguarda soltanto la sua attività cinematografica, ma anche quella didattica. Paweł Łoziński (1965) è un autore capace di portare avanti un’idea di cinema diversa da quella del padre, ma ugualmente calata nella realtà del suo tempo. Lavorando come scrittore, ma anche come sceneggiatore e produttore, Paweł Łoziński è considerato uno dei punti di riferimento della nuova scena del documentario europeo.
Études sur une Ville: Paris
La sezione (14 film) – realizzata in collaborazione con Ambasciata di Francia, Istituto Francese Italia, Istituto Francese di Firenze – presenta una selezione di film che vedono protagonista la città che, da sempre, è fonte di ispirazione per la settima arte: Parigi. Tra gli eventi da non perdere la proiezione della copia restaurata di Études sur Paris (1928), di André Sauvage, che mostra la Parigi degli anni ’20, fresca come un mattino di primavera. Il film sarà accompagnato dal vivo dal Quatuor Prima Vista, quartetto d’archi francese. Attraverso il suo sguardo visionario, Sauvage ci fa dono del ritratto della sua città e della possibilità di saggiarne ed immaginarne il fermento negli anni folli che ne hanno suggellato la bellezza. (03/12).
Lontano da Utopia
Sezione non competitiva incentrata su storie di comunità e popoli di vari paesi in cui l’aspirazione a conseguire migliori condizioni ha preso la forma dell’azione collettiva: a difesa della propria sopravvivenza e identità, contro la repressione e gli abusi di chi sta al potere. A volte questa lotta sembra arrestarsi, fallire, o prendere la strada sbagliata. In questi momenti la condizione umana sembra lontana da Utopia. In Abu Haraz di Maciej J. Drygas racconta la costruzione di una gigantesca diga sul Nilo che minaccia di distruggere l’antico modello di vita dell’omonimo villaggio sulle rive del fiume, al nord del Sudan (04/12). Élevage de Poussière di Sarah Vanagt documenta un capitolo importante della recente storia europea: il processo a Radovan Karadzic incriminato di crimini contro l’umanità dal Tribunale Penale Internazionale per la ex-Yugoslavia dell’Aja (06/12). Del MOVE, il movimento per la liberazione dei neri d’America, nato nel 1972 si parla in Let The Fire Burn di Jason Osder (01/12). Il film sarà commentato in sala da Paolo Bertella Farnetti (autore di “Pantere nere. Storia e mito del Black Panther Party”). La tremenda repressione che fece seguito alla caduta dello Scià e la salita al potere di Khomeini viene raccontata in My Stolen Revolution (Min stulna revolution) di Nahid Persson Sarvestani (05/12). By the River (Sai Nam Tid Shoer) di Nontawat Numbenchapol è dedicato alla tranquillità di vita degli abitanti di Klity (Thailandia) un paradiso terrestre messo a repentaglio dall’inquinamento ambientale (02/12).
Progetto Tandem con Documentarist – Istanbul Documentary Days
Come primo passo di una collaborazione a lungo termine con Documentarist – Istanbul Documentary Days, uno dei festival di documentari più interessanti e vivaci in Turchia, il festival presenta una selezione di documentari turchi di recente produzione. La selezione descrive le trasformazioni in corso della Turchia, tra Occidente e Oriente, tra tradizione e modernità. TANDEM – Cultural Managers Exchange Turkey – European Union, è un’iniziativa di European Cultural Foundation (Amsterdam), MitOst (Berlin), Anadolu Kültür (Istanbul), con il supporto di Stiftung Mercator (Essen).Nella sezione saranno presentati Asè di Ercan Orhan (07/12) ritratto una anziana donna curda costretta a vivere lontana dal suo villaggio dopo la morte del figlio e del marito; One Cup of Turkish Coffee di Nazli Eda Noyan e Daghan Celayir (07/12) il rapporto tra zia e nipote raccontato in un bellissimo corto di animazione. Mon Père, la Rèvolution et Moi di Ufuk Emiroglu sulla militanza nel partito comunista di una coppia turca negli anni ’70 (05/12). The Freak di Erol Mintas e Taylas Mintas descrive la demolizione di una statua da parte delle autorità turche perché ritraeva due enormi figure in cemento armato in procinto di scambiarsi una stretta di mano ed era stata collocata nei pressi del confine tra Turchia e Armenia (07/12).
Doc at Work
Il Festival dei Popoli si arricchisce da quest’anno di un nuovo spazio – chiamato Doc at Work – aperto a tutti gli appassionati per conoscere da vicino il mondo del documentario. Incontri, workshop, presentazione di libri e DVD, dibattiti con gli autori e con gli ospiti del Festival si articoleranno in un programma che si propone di alimentare la riflessione sul documentario come linguaggio della contemporaneità. Dal 4 al 7 dicembre Doc at Work mette in programma un evento Industry per addetti ai lavori che prevede una tavola rotonda intitolata “Lunga vita al documentario! – Nuove strategie distributive a sostegno del documentario e del suo pubblico” (5/12) presentazioni di progetti (6/12) e rough cuts (7/12) di fronte ad un pubblico di buyers e commissioning editors. L’evento è realizzato grazie al sostegno di Regione Toscana e FST – Fondazione Sistema Toscana.
Maggiori informazioni: www.festivaldeipopoli.org