Petrolio, Pasolini e il suo omicidio

La vastità e la qualità della produzione artistica Pasoliniana non ci permette oggi di scegliere e recensire un solo suo libro o scritto o opera che sia. Scegliamo infatti nell’anniversario della sua morte, avvenuta ad Ostia nel 1975, nella notte tra il 1 e il 2 novembre 1975, di parlarvi attorno al Romanzo Petrolio.

Petrolio è il romanzo di Pier Paolo Pasolini, rimasto incompiuto, e che fu pubblicato solo postumo. La prima ideazione dell’opera risale alla primavera del 1972. Su questo testo Pasolini lavorerà incessantemente fino alla morte. Di Petrolio sono rimaste circa cinquecento pagine che si presentano come in un insieme di frammenti. Protagonista del romanzo è Carlo, ingegnere della borghesia torinese che lavora all’ENI, descritto come brillante cattolico comunista.

Il Romanzo, ha una scrittura, come ebbe a scrivere lo stesso Pasolini, “che si adopera per la saggistica, per certi articoli giornalistici, per le recensioni, per le lettere private”, e che si cimentava nell’ indagare circa il mondo dell’Eni ai tempi di Enrico Mattei, la cui morte ricordiamo essere ancora un pesantissimo mistero italiano.

Perché abbiamo deciso di farvi un accenno di Petrolio? Perché ad oggi, dopo quarantanni dal pestaggio violento, ricordo che morì “a suon di botte”, su Pier Paolo Pasolini, su quella notte, non c’è ancora chiarezza e quindi giustizia. Tutte le carte e sentenze processuali fanno ritenere ai difensori di Pasolini, all’Avvocato Maccioni in particolare, che il Poeta ed Intellettuale, non fu ucciso così violentemente da un solo ragazzo, Pino Pelosi, ma da più criminali.

Da tempo Pasolini dava fastidio, e celebri i suoi – IO SO -, – GLI ITALIANI VOGLIONO SAPERE CHI C’E’ DIETRO LA STRATEGIA DELLA TENSIONE- , e le gocce che fecero traboccare il vaso, si ritiene siano contenute proprio nel libro che stava scrivendo nei giorni in cui fu ucciso: per l’appunto Petrolio.

L’annuncio nel 2010, del ritrovamento di uno dei capitoli scomparsi del romanzo Petrolio, quello su Lampi su Eni, che era infatti sparito dalle carte del manoscritto, potrebbe validare proprio questa tesi? La difesa afferma anche che ci potesse essere un collegamento tra i delitti Mattei e Pasolini.

Lo scrittore friulano infatti, pare che avesse intuito cosa ci fosse dietro la scomparsa di Mattei e quando si cimentò nella scrittura di Petrolio, pare volesse affrontare questi aspetti, ma venne ucciso, nella zona dell’Idroscalo a Ostia, prima picchiato brutalmente e poi travolto dalla sua stessa auto.

L’omicidio fu attribuito a un 17enne, Pino Pelosi che si dichiarò colpevole e fu poi condannato. Tuttavia nel 2005 Pelosi confessò di non essere stato da solo con Pasolini al momento della morte, ma di aver avuto accanto altre persone. Tornando a Petrolio dunque, Pasolini avrebbe, secondo la difesa, per la sua stesura, raccolto informazioni sulla morte di Mattei. Informazioni che stava mettendo assieme per pubblicarle nel romanzo-inchiesta. Per impedire la pubblicazione di queste informazioni sarebbe stato ucciso Pasolini?

Voglio concludere dicendovi che non è retorica affermare che Pasolini non è morto, vive in ogni suo scritto, fotogramma, intervista, la forza contenuta in essi, è così potente che continuerà a respirare per sempre. Il mio invito è quello, se non lo avete fatto già, di andarvi a cercare qualsiasi sua cosa e cibarvene. Se oggi esiste un pensiero critico ed estetico in Italia, molto lo dobbiamo a lui che ha seminato con il suo pensiero ed il suo sangue.

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