
Martedì 22 gennaio, alle ore 21.15, al Teatro delle Moline, Arena del Sole – Nuova Scena – Teatro Stabile di Bologna presenta in La Maria dei dadi da brodo, testo e regia Marinella Manicardi, collaborazione drammaturgica Federica Iacobelli, con Marinella Manicardi e Daniele Furlati, musiche originali Daniele Furlati, spazio scenico e aiuto regia Davide Amadei, luci Vincenzo Bonaffini, suono Pierluigi Calzolari.
La Maria dei dadi da brodo è il racconto del “saper fare” dei bolognesi. È la storia dell’ingegno e della creatività dell’industria di Bologna che, coniugati con il sapere dell’Università e di istituti professionali come l’Aldini-Valeriani, hanno segnato la crescita economica e civile della nostra città. Uno spettacolo che ha per soggetto il lavoro, oggi la scena più importante della nostra vita, luogo di identità e di conflitti, di scontro di classe e di genere, di impresa familiare e proprietà fantasma.
La Maria, stanca di conservare in un cartoccio la crema per il brodo, chiede al marito, perito meccanico, di inventare una macchina che impacchetti il glutammato, dose per dose: è l’invenzione del dado da brodo. Poi sono arrivate le macchine per imbustare il thè, i blister per le pastiglie, twister da caramella, senza dimenticare le confezioni di Hatù, ovvero i preservativi, chiamati in gergo “Goldoni”. Nel dopoguerra Bologna è diventata la “Packaging Valley” e le sue macchine, famose nel mondo, hanno impacchettato il mondo. Ma prima della Maria (personaggio quasi vero della storia industriale di Bologna) molte altre Marie avevano contribuito, a fianco dei loro mariti, soci, compagne, a costruire una delle città più ricche di cultura del lavoro in Europa. Per cinque secoli, fino al ‘700, la seta fu considerata un d.o.c. di Bologna, inimitabile per leggerezza e qualità tecnica.
Dai bozzoli al packaging, dai telai per la seta ai motori da corsa, le storie private e pubbliche di una città che priva di grandi fiumi o di risorse naturali importanti – niente ferro, carbone, petrolio – ha inventato un modello economico che è anche modello di convivenza, di architettura, di invenzioni culturali e tecniche.
«Ci sembrava impossibile – scrive Marinella Manicardi – raccontare Bologna senza musica e senza una macchina da musica, in scena. Per questo abbiamo messo un pianoforte accanto a un tavolo da montaggio, martelletti e lime, corde e truschini. Abbiamo cercato un racconto a due fuochi, a due punti di vista e la doppia visione, come equilibrio mutevole e fecondo, è un altro d.o.c. di Bologna. Anche La Maria dei dadi da brodo è un lavoro insieme: Federica Iacobelli è la preziosa co-autrice di parole e silenzi, Daniele Furlati è musicista e compositore di un racconto parallelo e Davide Amadei ha costruito uno spazio dove l’azione prende senso.».
Insieme a Marinella Manicardi, in scena al pianoforte c’è dunque Daniele Furlati, autore delle musiche originali, compositore per il cinema, coautore, fra l’altro, delle musiche dei pluripremiati film di Giorgio Diritti Il vento fa il suo giro (2005) e L’uomo che verrà (2009).
Ha collaborato alla drammaturgia Federica Iacobelli, scrittrice di storie, romanzi brevi, racconti, sceneggiature, quasi sempre dedicati al pubblico dell’infanzia.
Lo spazio scenico è di Davide Amadei, qui nelle vesti anche di aiuto regista, collaboratore abituale di Marinella Manicardi, diplomatosi in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera, con importanti esperienze come assistente di Maurizio Balò.
Per info: www.arenadelsole.it