“Buonanotte mamma” al Teatro Duse di Bologna

Livia Amabilino, unica donna tra i direttori della neonata Teatro Duse srl, società che gestisce dal 2011 il teatro storico di Via Cartoleria, nonché presidente de La Contrada – Teatro Stabile di Trieste, propone al Teatro Duse una delle produzioni più interessanti del teatro italiano: dal 8 al 10 febbraio Ariella Reggio e Marcela Serli sono le protagoniste di Buonanotte mamma dal testo Premio Pulitzer di Marsha Norman, tradotto da Laura Curino sotto la regia di Serena Sinigaglia.

Buonanotte mamma è un atto unico con due personaggi in scena: Jessie Cates, una donna sulla quarantina senza lavoro, malata e divorziata, che vive con la madre vedova, Thelma.

La commedia si apre con Jessie che chiede a sua madre dove sia una certa pistola. Trovata l’arma con l’aiuto di Thelma, inizia a pulirla e annuncia molto tranquillamente che alla fine della serata, dopo aver augurato come di consueto la buo­nanotte a sua madre, si chiuderà a chiave nella stanza e si ucciderà. Questa non è una minaccia o una richiesta di aiuto: è una decisione lucida, fer­ma e irreversibile. Dopo una vita intera dominata dalla povertà, dall’epilessia e dalla depressione, il suicidio è l’unico modo per assicurarsi che nulla potrà mai più ferirla. La decisione di Jessie scatena un’impetuosa lotta fra madre e figlia, dove Thelma usa ogni strategia possibile per dissuadere la donna dal suo intento, sprofondando lentamente nell’angoscia; al contra­rio Jessie mantiene una calma glaciale, sorvolando sulla disperazione della madre e dandole istruzio­ni dettagliate su dove sono tutte le cose in casa, come una padrona che istruisce la governante. La madre si dispera così tanto da spingersi a dire la verità a Jessie su tutta una serie di cose che hanno sconvolto la sua esistenza, affrontando i vecchi fantasmi della loro vita. Ma la donna sembra irremovibile.

Al debutto nel 1983 con Kathy Bates, ‘night, Mother, titolo origi­nale dello spettacolo, sconvolse il pubblico ame­ricano per la sua lucida e franca dissertazione sul tema del suicidio. Nella versione cinematografica del 1986 le interpreti furono Sissy Spacek nel ruolo della figlia e Anne Bancroft in quello della madre.

Uno spettacolo tutto al femminile, magistralmente orchestrato da Serena Sinigaglia, che illustra ogni possibile prospettiva sulla natura che crea “il dramma” in una storia: l’anticipazione della tragedia imminente. In questo specifico caso, nasce dal fatto che sia Thelma che il pubblico apprendono subito le intenzioni suicide di Jessie. E proprio per questo tutti sono proiettati profondamente nel cuore del dramma: alla fine Jessie si ucciderà realmente o Thelma riuscirà a fermarla?

Venerdì 8 febbraio alle ore 19 nel bar del teatro la regista Serena Sinigaglia incontrerà il pubblico in un incontro aperto e introdotto dal Prof. Giuseppe Liotta dell’Università di Bologna per parlare delle tecniche di regia, dello spettacolo e dell’interpretazione attoriale prediletta con una delle giovani registe più talentuose del panorama teatrale italiano. Ingresso Gratuito.

Maggiori informazioni: www.teatrodusebologna.it

Serena Sinigaglia (Milano, 1973) si diploma al corso di regia teatra­le presso la Civica Scuola D’Arte Drammatica “Paolo Grassi” nel 1996. Nello stesso anno 1996 fon­da l’A.T.I.R. Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca – del quale è anche direttore artistico; questa compagnia di teatro ottiene nel 1997 i contributi ministeriali (Progetto Giovani) quale una delle cinque giovani compagnie italiane che si sono distinte per professio­nalità e qualità di ricerca. Dal 2008 Sinigaglia è anche direttore artistico del Teatro Ringhiera, a Milano, teatro in convenzione col comune.

Fin dal ‘96, Sinigaglia firma le regie di numerosi spettacoli. Fra i classici, Romeo e Giulietta e Lear ovvero tutto su mio padre tratti da Shakespeare; Baccanti e Le Troiane da Euripide; Donne in parlamento da Aristofane.

Fra gli autori contemporanei, La storia dell’amori di Eloisa e Abelardo liberamente tratto dall’epistolario tra Eloisa e Abelardo e Storia delle mie disgrazie di P. Abelardo; Come un cammello in una grondaia, libero montaggio di brani, danze, musiche, lettere, canti e parole ispirato e guidato da “Lettere dei condannati a morte della resistenza europea” (fi­nalista al Premio Scenario ’97); Where is the wonderful life? di Renata Ciaravino; La porta aperta ovvero un incontro sul teatro di Serena Sinigaglia; Natura morta in un fosso di Fausto Paravidino (Premio Tondelli alla drammaturgia; Premio UBU, miglior attore giovane 2002; vincitore del primo premio al Festival di Teatro Internazionale di Teheran nel 2004); Il Che: vita e morte di Ernesto Guevara di Michela Marelli; L’età dell’oro di e con Laura Curino; Il grigio di Gaber e Luporini; Rosa La Rossa” di Antinori; 1968 di Ser­ena Sinigaglia e Paola Ponti; 1989: crolli – terzo capitolo della trilogia politica che prende il nome da Gurdjeff “Incontri con epoche straordinarie: ’43, ’68, ’89”; Buonanotte Desdemona, buongiorno Giulietta di Ann-Marie Macdonald; L’aggan­cio, dall’omonimo romanzo di Nadine Gordimer, con Fausto Russo Alesi e Mariangela Granelli; La cimice di Majakovskij, con Paolo Rossi e Massimo De Francovich; La bellezza e l’in­ferno di e con Roberto Saviano; Napoli non si misura con la mente di Santanelli.

Dal 2001 dirige anche diverse opere liriche (di Verdi, Rossini, Gluck, Massenet, Donizetti). Dal 2002 è membro della giuria del Premio alla vocazione “Hystrio” per attori under 30.

Firma la regia di due radiodrammi per Rai radio 3 (“ A cena con Claude” di F. Dobois e “Morte accidentale di un anarchi­co” di Dario Fo). Dirige laboratori sulla recitazione, aperti ad attori professionisti e non, e letture e mise en space di testi e autori contemporanei volti alla diffusione della drammaturgia contemporanea. Coordina eventi speciali (“I dieci anni di Vita” al Teatro Smeraldo nel 2006; il “Premio Virginia Reiter 2007” al Teatro Storchi di Modena).

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here