
Martedì 22 gennaio al Teatro Puccini di Firenze alle ore 21,00 va in scena “Vuoti a perdere“, sul testo di Laura Forti, per la regia e le musiche originali di Teo Paoli, con Lavinia Rosso, Silvia Baccianti, Alessandro Mazzoni e Enrico Fink, in collaborazione con la Comunità Ebraica di Firenze e con l’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Firenze“Le chiavi della città”.
Terzo atto della “trilogia della responsabilità” dopo “Dimmi” e “Di Razza”, questo nuovo spettacolo di Centrale dell’Arte spinge la riflessione sulla parte italiana dell’universo concentrazionario.
Il campo nazi-fascista di Fossoli, che svolgeva la funzione di punto di raccolta e smistamento dei deportati italiani verso i campi di sterminio, è – se ve ne fosse ancora bisogno – la prova tangibile della diretta responsabilità italiana nella Shoah. L’istituzione e la gestione di quel campo sono la prova manifesta di un livello di coinvolgimento che interessa un intero sistema: centinaia di persone coinvolte nella sorveglianza e nella “sicurezza”, le ferrovie implicate nell’organizzazione dei convogli, i paesi dell’area che forniscono alimenti, servizi e manodopera per la costruzione e manutenzione del campo.
Da Fossoli sono partite in direzione dei famigerati campi di sterminio nazisti oltre 7.000 persone fra ebrei, rom, deportati politici, etc. Un numero significativo il cui valore non può essere ridimensionato dal numero complessivo di vittime della Shoah. Con questo spettacolo ne raccontiamo la creazione, le vicende e le migliaia di storie personali spazzate via dal processo di sterminio, per riflettere insieme su una responsabilità che non possiamo dimenticare.
Poggiandosi su una ricerca approfondita in contatto con la Fondazione Fossoli e con l’Anpi, lo spettacolo cerca di penetrare oltre la fredda cortina dei numeri, per ritrovare nelle vicende e negli episodi particolari quella dimensione umana che il processo di sterminio voleva cancellare. Ne emerge un racconto corale, fatto di frammenti, di tenui fili su cui si intesse il dramma; un coro di ombre che si concretizzano sulla scena attraverso la voce degli attori, il video, la musica, in un linguaggio contemporaneo di forte impatto emotivo, che mira a risvegliare nei giovani spettatori la “compassione” nel senso latino del termine, e con essa l’importanza della memoria.