Cristo nostro contemporaneo, su Radio Golgota

Dal 12 al 14 aprile bebutto al Teatro Cantiere Florida di Firenze per Radio Golgota, incontro tra la danza e la parola

Un palco svuotato e spogliato del superfluo accoglie il dolore tutto umano di Cristo, reso manifestazione artistica in una tersa pulizia formale, ma non distante dal contemporaneo sentire la disfatta personale, il fallimento, il soffrire. Dio mio, perché mi hai abbandonato? Il grido con cui Gesù termina la sua Passione è un “desiderio d’amore quasi delirante“, direbbe Mario Luzi (in Padre mio – 1999), allo stesso modo una sorta di ribellione, che ci lega gli uni agli altri, trapassando le epoche. Tra vittime e carnefici, potenti e deboli, interscambio di classi sociali, sacrificio passivo e attivo, le persecuzioni si ripercuotono.

Radio Golgota trae la sua linfa dal poema Il libro della Passione, del teologo, sacerdote e poeta cileno José Miguel Ibanez Langlois; in una transumanza dal verso fino alla drammatizzazione, il gesto, la danza. Proprio l’intento di rendere carnale la figura del Messia muove le Compagnie che hanno prodotto il lavoro – Occhisulmondo, Versiliadanza, Fontemaggiore.

Un lavoro che convince, frutto della sinergia fra drammaturghi, coreografi ed esperti del suono. Un suono rilevante, seppur cupo e ossessivo, interrotto dalle poche e salienti parti verbali. Spicca su tutte quella del Cristo accasciato a terra, vicino a un microfono, dove in un effluvio di parole svela il male che accomuna le madri del mondo, il dolore per la morte di un figlio. Spicca la scena dell’incontro tra Erode, qui divenuto sorta di attore in preda a una volutamente imbarazzante stand-up comedy, e Cristo, svuotato di energia, immobile, muto, pronto a essere bersaglio dell’umiliazione. La scena funziona nell’attrito tra le due figure, il domatore e la preda; funziona grazie alle risate registrate; all’interpretazione. Lo sprigionare della sensazione di un destino che si sta per compiere è resa, sin dall’inizio, anche dal modo in cui la coreografia pare quasi scivolare via da se stessa, in un calcolo irrazionale, come di schiavo che tenta di ribellarsi a una grammatica di catene.

Una performance a tratti opprimente, Radio Golgota, ma alleggerita allo stesso tempo, dalla scenografia fatta di strisce che calano verso il basso, proiezioni video, un contemplare che punge sul vivo, una essenzialità in cui l’umanità di Cristo è un dono allo spettatore.

PANORAMICA RECENSIONE
Interpreti
Drammaturgia
Allestimento scenico
Regia
Pubblico
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cristo-nostro-contemporaneo-su-radio-golgotaRadio Golgota <br> drammaturgia Daniele Aureli e Massimiliano Burini <br>regia Massimiliano Burini <br>con Samuele Cardini e Francesco “bolo” Rossini <br>drammaturgia sonora live Nicola “fumo” Frattegiani <br>drammaturgia e regia video live Matteo Svolacchia <br>consulenza videomapping Mattia Miotti <br>scene Francesco “sky” Marchetti <br>maschera a cura di Mariella Carbone <br>disegno luci Gianni Staropoli <br>foto Matteo Fiorucci e Andrea Ulivi <br>produzione Versiliadanza, Fontemaggiore centro di produzione, Occhisulmondo <br>con il sostegno di MIBACT – Ministero beni e attività culturali e del turismo, Regione Toscana, Comune di Firenze