
Se per caso vi foste persi, o aveste sottovalutato questa perla, affrettatevi a recuperare. Ricca di prospettive interessanti, che stimola la mente a stare attento ad ogni particolare che ci si pone davanti gli occhi, Sucker Punch, diretto da Zack Snyder, è un film del 2011, costruito su una trama a tre livelli di intreccio. Il primo livello si svolge sul piano reale in cui la biondina Baby Doll (Emily Browning), viene portata dal patrigno nell’istituto psichiatrico Lennox House for the Mentally Insane, con l’accusa (falsa) di aver ucciso la sorella in un attacco di pazzia. Il patrigno vuole farla lobotomizzare per impedirle di rivelare alla polizia che in realtà l’omicidio è stato commesso da lui stesso; senza le due ragazze, l’uomo diverrà l’unico erede della grossa eredità che la madre delle due ragazze ha lasciato loro. Qualche giorno dopo,mentre Baby Doll sta per subire la lobotomia, il primo livello della storia lascia il posto al secondo. L’ambiente diventa un colorato e decadente bordello burlesque, in cui lei è stata portata per ballare e compiacere un importante cliente del locale, il Giocatore (Jon Hamm), che arriverà dopo cinque giorni. Qui farà la conoscenza di Rocket (Jena Malone), sua sorella maggiore Sweet Pea (Abbie Cornish), Blondie (Vanessa Hudgens) e Amber (Jamie Chung), detenute – ballerine che come lei vorrebbero fuggire da quel luogo. Durante una lezione di danza di Madame Vera Gorski (Carla Gugino), Baby Doll si ritrova nel terzo livello della storia: un tempio del Giappone feudale, un mondo fantasy in cui la ragazza, incontra un Saggio (Scott Glenn) che le suggerisce come scappare dall’istituto, dicendole che serviranno cinque oggetti: una mappa, un fuoco, un coltello e una chiave. Il quinto è un mistero e l’uomo le dice che sarà un atto di sacrificio che dovrà scoprire, prima che la inciti a difendersi contro tre demoni samurai con la katana e la colt M1911 che le ha consegnato. E’ qui che inizia l’avventura.
Come prima nota, già l’idea di un cast tutto al femminile, contrariamente a quello di 300, è già un punto a favore; gli strepitosi combattimenti, ben coreografati e uniti con l’atmosfera fantasy, sono frutto del durissimo lavoro delle attrici, che si sono allenate moltissimo per ricostruire al meglio le battaglie che si svolgono nel mondo fantastico. La superba fotografia, realizzata da Larry Fong (Now You Can See Me, Super 8, Watchmen, 300, Hero), che si imprime in maniera decisa e originale, varia da colori freddi e cupi a colori caldi e brillanti, riuscendo efficacemente ad alternarsi tra loro, senza risultare sgradevoli.
Sucker Punch accosta realtà e fantasia, fondendoli in una sensazione onirica che permane fino al gran finale, per poi riportaci in maniera violenta alla dura realtà della vicenda. Snyder lega i tre livelli della pellicola come fossero tre livelli della nostra mente, la parte conscia di noi, l’inconscio e il nostro io più intimo, più oscuro e misterioso. Ciò che aggiunge sapore ed ulteriore personalità alla pellicola è l’uso della musica, sfruttando il metodo di Mouline Rouge; la colonna sonora è realizzata con remix interpretati dalla stessa attrice Emily Browning, Carla Gugino o altri. Un esempio è Sweet Dreams, cantata da Emily Browning, che fa da intro al prologo della storia, altre canzoni sono la famosa Where is My Mind, dei Pixies, colonna sonora del film Fight Club, qui interpretata da Yoav e Emily Browing, oppure Army of Me di Björk, remixata dalla stessa Björk e Skunk Anansie, oppure White Rabbit , cantata da Emiliana Torrini. Per concludere, in Sucker Punch, azione, thriller e fantasy si uniscono per creare un mix di avventura, dramma e sensualità che stupisce lo spettatore, coinvolgendolo dall’inizio alla fine. Gli ambienti, che si alternano come fossero scenografie teatrali, sono frutto della mente brillante di un regista che ha scavato nella mente umana, pescandone paure, sogni e incertezze, tra steampunk, bourlesque e fantascienza, decisamente un trio di elementi che se può suscitare dubbi all’inizio, non lascerà certamente delusi alla fine.