La Grande Bellezza: vacua, grottesca e a sprazzi onirica, eccovi la Roma di Sorrentino

Grossa delusione al Festival di Cannes per il nuovo lavoro del regista Paolo Sorrentino, La Grande Bellezza, un film con un cast eccezionale, incentrato in particolare sulla vita mondana romana e sulla decadenza dei suoi frequentatori più assidui: scrittori in crisi, intellettuali da strapazzo, nobili decaduti, artisti cialtroni, alti prelati e politici, persone che fanno dell’ipocrisia sociale una maschera da indossare in ogni occasione; ma quella maschera pirandelliana si è ormai attaccata al loro viso fino a che anche loro hanno finito per crederci. Il film appare a tutti gli effetti un tributo a La Dolce Vita di Federico Fellini. Lo stesso Sorrentino si è però affrettato a dissociarsi da questa interpretazione, sottolineando l’impareggiabilità del Maestro. A giudicare dalla trama, dalle ambientazioni e dalle inquadrature, si intuisce però il contrario.

Ma andiamo con ordine: Jep Gambardella (Toni Servillo), scrittore sessantacinquenne, indolente e dissoluto, carismatico e spudoratamente sincero nel dare opinioni anche quando non sono richieste, osserva con occhi stanchi e annoiati il volto della società bene di Roma. Con uno sguardo sferzante e disincantato traccia una critica senza scrupoli del mondo illusorio che lo circonda, vivendo il clima e le atmosfere di una Roma statica, che incute un timore quasi reverenziale, somigliante ai paesaggi settecenteschi del Grand Tour. Nel suo ruolo di “re dei mondani”, Jep conosce tutti gli oscuri segreti celati tra le mura delle grandi ville, degli imponenti monumenti, dei nobili palazzi e le terrazze più “in” della capitale, e va oltre questo, riscoprendo sentimenti dimenticati e il lato fanciullesco di se stesso assopito da tempo.

Una scena del film "La Grande Bellezza" di Paolo Sorrentino

E’ una Roma indifferente ai vacui drammi che si svolgono in essa, implacabile nella disperazione che si abbatte su questi nobili, intellettuali e scrittori senza talento, quella che vediamo riflessa nell’obiettivo di Sorrentino, che li giudica con ironia e una buona dose di sarcasmo misto a pura cattiveria, poiché soffrono quando invece non avrebbero proprio nulla di cui lamentarsi. Lo spettatore riesce quasi a provare pena per il povero scrittore teatrale fallito, Romano (Carlo Verdone), si commuove per la breve storia d’amore tra Jep e la spogliarellista quarantenne Ramona (Sabrina Ferilli), di cui si percepisce l’intensità dei sentimenti provati da entrambi, che nel film affiora in maniera solo superficiale. Sorrentino riesce ad unire perfettamente la grottesca visione delle ex vallette ormai obese con immagini idilliache di una città che a noi appare quasi sconosciuta, irriconoscibile senza l’usuale traffico e caos che imperversa in ogni via e piazza. Ma rimane sempre quella sensazione di fastidio, come un formicolio nella testa che ci fa notare la pesantezza del film, e il fatto che ogni scena sembri durare almeno mezz’ora, perse in dialoghi pedanti, saturi di clichè sulla Roma bene (e per esteso, tutto ciò che essa rappresenta). Questo fa si che La Grande Bellezza appaia purtroppo come  un film pretenzioso, che si perde nelle immagini dei perenni ed infiniti festeggiamenti notturni e in discorsi fini a se stessi, e nonostante alcuni spunti interessanti che potrebbero far riflettere lo spettatore, questi tendono invece a confondere, facendo perdere il filo sostanziale della trama e impedendone una visione piena e attenta.

Una scena del film "La Grande Bellezza" di Paolo Sorrentino

Il pensiero che più coglie il senso di tutto il film, ritengo sia quello di Jep mentre ricorda momenti della sua vita e del suo arrivo nella capitale: “[..]… Io non volevo essere semplicemente un mondano. Volevo diventare il re, dei mondani. Io non volevo solo partecipare alle feste. Volevo avere il potere di farle fallire”.

Una grande bellezza, grande e pesante, ma che risiede quasi del tutto nel fascino irresistibile di Toni Servillo e nelle scenografie studiate a puntino.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here