“Song to Song”, quando a raccontare una storia sono le immagini e la musica

Quattro personaggi ad Austin che vedono intrecciarsi le loro carriere, i loro sentimenti e le loro storie

Ville con viste mozzafiato, scorci di città (Austin), musica e le storie d’amore di Rooney Mara, Ryan Gosling, Michael Fassbender e Natalie Portman: è questo Song to Song, il nuovo film di Terrence Malick.

La trama in realtà è molto semplice – e forse anche un po’ evanescente –  ma l’intrecciarsi continuo della narrazione, delle scene e delle vite sentimentali dei personaggi, accentua l’idea dell’intrigo. BV (Ryan Gosling) è un musicista che cerca il successo, supportato dalla compagna che è a sua volte cantautrice (Rooney Mara) e dal suo produttore Cook (Michael Fassbender). Tra i tre si instaura un legame che va oltre il semplice rapporto professionale e che, col tempo, coinvolgerà anche la giovane cameriera Rhonda (Natalie Portman). Nasce una relazione profonda e passionale, in continuo bilico tra l’amore e il tradimento. C’è proprio uno scambio fisico ed emotivo, sempre all’insaputa di qualcuno. C’è un vortice emozionale, un’intensa storia d’amore tra musicisti con personaggi che si rincorrono nel tempo e nello spazio e si sfuggono.

Austin è la città in cui è ambientato il film, un luogo ideale per artisti e spiriti liberi ed è lì che i protagonisti si scoprono, evolvono e cercano poi di ritrovarsi.

Tutti e quattro i protagonisti sono alla ricerca di una realizzazione professionale e sentimentale, ma spesso, appena raggiungono un traguardo, ecco che non gli basta più e cercano altro. Il desiderio di altro è irrefrenabile e il cambiamento diventa l’unica forma di liberazione. Torna il triangolo, scosso a sua volta da scene di sesso violento, da un suicidio, dall’omosessualità.

E’ un film molto coerente e forse troppo prevedibile. Un film che riflette sul tempo e ci mostra l’animo umano nelle sue sfaccettature, ma non in maniera innovativa. Al centro di tutto ci sono le immagini, le vere protagoniste, che parlano, mostrano, descrivono e si alternano con salti temporali, rendendo lo stile frammentario. Ma neanche questa è una novità. Ci sono i soliti flashback, i ricordi di diversi momenti che si sovrappongono e si affiancano in maniera emotiva. L’impressione è quella di seguire un viaggio fatto di sensazioni e non di eventi.

Song To Song colpisce per tre ragioni: in ogni storia c’è una forte aspirazione romantica e sentimentale che deve scontrarsi con gli ostacoli dei piaceri e del desiderio fisico, opposti che per Malick sembrano quasi non potersi conciliare.

E poi per la fotografia, curata da Lubezki, e per la scenografia, firmata Jack Fisk. L’obiettivo del regista sta nell’individuare le scene più vive che lui preferisce mostrare piuttosto che raccontare, gli piacciono gli sguardi, i movimenti del corpo spontanei.

Il successo del film si deve in gran parte al cast che è costituito da attori di spessore, molti bravi nel mostrare il connubio  tra musica e cinema, tra eccesso di ricchezza e mancanza di felicità ed amore.  Splendida Natalie Portman, stavolta nei panni del personaggio sempre più fragile e sensibile, di canzone in canzone.