
Fermata Spettacolo si spinge per la prima volta “fuori porta” nella bella e artistica città di Rovereto, famosa per essere la “casa natale” del futurista Depero: imperdibile la sua casa-museo, che ospita dipinti e opere design dal fascino suggestivo. Tappa del viaggio è la grande mostra al Mart “Dalla scena al dipinto. La magia del teatro nella pittura dell’Ottocento”: 200 opere, tra dipinti, bozzetti scenografici, maquette, disegni, provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, tra cui il Musée du Louvre, il sostegno speciale del Musée d’Orsay di Parigi (il presidente Guy Cogeval è anche membro del Comitato Scientifico del Mart), la Kunsthaus di Zurigo, il British Museum e il Victoria and Albert di Londra, il Metropolitan Museum di New York, che raccontano il profondo legame tra le due arti e l’importanza che scambi e influenze reciproche hanno avuto nella loro evoluzione, dal Neoclassicismo alla rivoluzione del XX secolo.
Fra i tanti protagonisti della rassegna, tutti grandi nomi dell’arte moderna sedotti dalla magia della scena, ecco alcuni dei più appassionati: il pittore neoclassico Jacques-Louis David, habitué fin da giovane del Théâtre Royal, affascinato dall’illusione e dall’eloquenza delle rappresentazioni teatrali, delle quali riprende i temi, i costumi, i gesti, le prospettive; fino a raggiungere nelGiuramento degli Orazi (1786) una perfetta fusione tra pittura e palcoscenico. La didascalia introduttiva a tutto il percorso espositivo illustra perfettamente l’origine di tale pittura: “Il teatro influenza la pittura a tema storico e ispira una nuova drammaturgia, gli atteggiamenti dei personaggi rappresentati risentono della globalità teatrale e la composizione del quadro si rifà alla prospettiva illusionistica”.
Dal secolo dei Lumi a quello delle passioni, i drammi di William Shakespearestimolano nell’Inghilterra pre- romantica l’immaginazione di numerosi pittori. Su tutti, Johann Heinrich Füssli, che con la sue interpretazioni visionarie anticipa non solo il Romanticismo, ma anche il Simbolismo e l’Espressionismo tedesco dei primi del Novecento. Nelle sue opere, come la monumentale Lear caccia Cordelia dipinta alla fine del Settecento, il linguaggio è prepotentemente scenico: l’evocazione che emana il soggetto dipinto è teatro a tutti gli effetti. Guy Cogeval ricorda che “Füssli non illustra Shakespeare, lo porta a compimento, nel senso che rivela l’abisso morale aperto dal suo teatro”. Misteriose e calamitanti sono anche Le tre streghe, capaci di evocare tutta l’oscurità del dramma shakespeariano. Ancora del periodo si ricordo un’icona del romanticismo “noir”, ovvero il quadro di John Singer Sargent Ellen Terry nel ruolo di Lady Macbeth: nella sua follia allucinata emana una potenza espressiva senza eguali, con un gusto decorativo che sembra anticipare l’oro di Klimt.
In Italia è invece l’opera di Giuseppe Verdi a ispirare il pittore romantico Francesco Hayez, docente all’Accademia di Brera a Milano, membro della commissione artistica, che, oltre a riprendere nei suoi dipinti modi e temi del melodramma, valutava la qualità degli allestimenti scenici per gli Imperial Regi Teatri di Milano, Teatro alla Scala e Cannobbiana. Egli si dedica alla raffigurazione dei più noti protagonisti della scena teatrale in pieno melodramma con Le scenografie dell’Opéra di Parigi dal 1810 al 1873. In mostra bozzetti e modellini scenografici, maquette, realizzati per allestimenti che dimostrano l’evoluzione estetica nella scenografia come il genere “grand opéra francais”, genere in cui si associa opera e balletto e sostituisce i soggetti storici ai temi mitologici, dispiegando mezzi per creare spettacoli sontuosi e ricchi, moltiplicando gli effetti scenici e le scene colossali dal forte impatto emotivo.
Figura chiave della mostra è sicuramente Edgar Degas, che rivoluziona il rapporto tra arte e teatro con novità assolute: sposta l’attenzione dalla scena alla platea, ai palchi, al “dietro le quinte”. L’artista porta per la prima volta sulla tela l’orchestra, come ne L’Orchestra dell’Opéra del 1870, dove abolisce il punto di vista centrale che il Romanticismo dettava nella pittura, ma dipinge anche gli spettatori e, naturalmente, le ballerine, uno dei soggetti preferiti del grande pittore francese che le ritrae anche nel “backstage”, come in Prove di balletto sulla scena, dove scatta un’istantanea rubata prima di andare in scena.
La rassegna si chiude con il Simbolismo del primo Novecento, quando il rapporto con la sperimentazione teatrale d’avanguardia conduce gli artisti alle soglie dell’astrazione. Tra i protagonisti dell’ultima sezione, i pittori NabisMaurice Denis e Édouard Vuillard, che collaborano con compagnie d’avanguardia come il Théâtre d’Art di Paul Fort e il Théâtre de l’Oeuvre di Lugné-Poe, lasciandosi influenzare anche dai soggetti wagneriani in linea con l’aspirazione di una fusione tra le arti. Un’icona che mescola mito e realtà è il preziosissimo L’attore Josef Lewinsky nel ruolo di Carlos in Clavigo di Gustav Klimt, il cui ritratto è contornato da un alone che diventa luogo onirico, magico, simbolico.
La mostra dunque narra di una passione per il teatro che ha contagiato tutti gli stili pittorici, come spiega Guy Cogeval nel saggio pubblicato nel prezioso catalogo espositivo (a cura di Skira): “ per oltre un secolo e mezzo l’arte europea è stata soggiogata dal demone della scena”.
Imperdibile, si consiglia a chi ancora non l’avesse visitata, di affrettarsi. Dalla scena al dipinto. La magia del teatro nella pittura dell’Ottocento resterà al Mart fino al 23 maggio con i seguenti orari: martedì – domenica 10.00 -18.00, venerdì 10.00 -21.00, chiusa il lunedì. Ingressi: 10 euro, ridotto 7 euro, gratuito fino a 18 anni e over 65. A chi visitasse questa splendida città per la prima volta, suggerisco un biglietto cumulativo di 15 euro che offre l’opportunità di visitare, oltre al Mart, altri 4 importanti luoghi della storia e della cultura di Rovereto: la casa d’arte futurista Depero, il Museo Civico, il Museo Storico Italiano della Guerra e la Fondazione Opera Campana dei Caduti, che permette di vedere la città da un punto panoramico davvero sublime.