
Dopo il debutto al Teatro Stabile di Torino, arriva all’Arena del Sole di Bologna l’atteso spettacolo Diari d’amore, firmato da Nanni Moretti, per la prima volta alle prese con la regia teatrale.
Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Torino, Carnezzeria, Teatro Stabile di Napoli ed ERT – Emilia Romagna Teatro, segna l’esordio in teatro di Nanni Moretti, che per questo singolare evento ha scelto due brevi commedie amare e ironiche sulla crisi del matrimonio e della famiglia borghese, in quello che può definirsi un vero omaggio a Natalia Ginzburg.
Un dittico di fine anni ‘60 composto dagli atti unici “Dialogo” e “Fragola e panna”, dove la drammaturgia della Ginzburg con una scrittura essenziale e asciutta, lascia emergere i sentimenti repressi e le frustrazioni dei personaggi attraverso dialoghi serrati e monologhi interiori. L’autrice ha fatto emergere con lucidità e disincanto le contraddizioni e le ipocrisie della società del suo tempo, ma anche la sua umanità e la sua fragilità.

Moretti, che della Ginzburg è un grande ammiratore, ha saputo cogliere l’ironia e la profondità nel narrare le vicende umane, come quelle legate alla famiglia e all’amore presenti in entrambi gli atti.
La regia di Nanni Moretti è sobria ed efficace, rispettosa del testo ma capace di renderlo fresco e coinvolgente, sottolineando le punte comiche con grande esperienza e stile. Come nei suoi film è un maestro a bilanciare sensibilità e intelligenza, valorizzando capacità espressive e interpretative di tutto il cast.

La scenografia minimalista di Sergio Tramonti fatta di fondali e pareti semitrasparenti, (come l’amore in scena, che non si vede, ma in fondo c’è) si adatta alle diverse ambientazioni delle due commedie, cornici dell’apparente piccola borghesia. Insieme all’illuminazione essenziale di Pasquale Mari crea atmosfere suggestive, come nel secondo atto dove il fioccare della neve tra gli alberi apporta quel senso di isolamento dal mondo, un rifugio-prigione tra le pieghe del testo dolceamaro.

Buona prova attoriale dell’intera compagnia, guidata da un Valerio Binasco in stato di grazia in entrambe le commedie, da ricordare soprattutto per l’interpretazione vibrante e gustosissima del marito tradito in “Dialogo”. Per la Ginzburg sembra avere una certa predilezione, lo ricordiamo già a suo agio nel bellissimo spettacolo L’intervista nel duplice ruolo di regista e attore al fianco di Maria Paiato.
Mentre in “Fragola e panna” la bravura straordinaria di Daria Deflorian imbrigliata un po’ tra i binari stretti del ruolo, delizia il pubblico con una domestica per niente marginale, dalla giusta dose di ironia, delicatezza e umanità, in barba ai soliti clichè di camerieri e servette d’antan.

Due pièce che ruotano beffardamente intorno al tema dell’amore, ormai perduto, ai lenti titoli di coda, dove la dolcezza di un gelato fragola e panna, contrasta col sapore di vecchie lacrime salate.
Un’intimità domestica confidata, quasi come in un diario, tra contrasti, tradimenti e dinamiche familiari conclamate e ormai accettate. L’abitudine, l’indifferenza, la superficialità emotiva, tutte forme e sfumature del volto di un complesso, flebile, quanto insolito amore affettivo, che tiene ancora unita la coppia.