Hanno tutti ragione al Piccolo Eliseo

[rating=4] Lui, anzi lei, è Tony Pagoda, cantante neomelodico cocainomane “ridottosi” all’esibizione in un qualunque night club dello stivale, che si ritrova d’improvviso a vivere il grande sogno americano in un concerto da Radio City Music Hall nientemeno che di fronte a The Voice. Ma la piccola umanità di questa creatura irresistibilmente cinica, si scontra infine con le stesse bassezze di cui Pagoda è noto frequentatore e allora la fama, il successo, la gloria esplodono o implodono dentro un’anima già pronta a tutto ed ecco il miracolo: un personaggio unicamente “ultimo”, ma forse nemmeno troppo, visto che come lui stesso ricorda al pubblico, lui sta sul palco e gli altri no.

Iaia Forte offre agli spettatori romani uno spettacolo intenso, meravigliosamente attuale, dove le decadenze umane si palesano in tutto il loro fasto ombroso, ma senza mai rinunciare a quel pizzico di sarcasmo graffiante che Sorrentino non manca di inserire nei dialoghi. Tony Pagoda lascia il segno, quantomeno nei cuori che sono o sono stati avvezzi al vizio, in qualunque forma, per questo nonostante i suoi sproloqui non può non risultare accattivante, perché in fondo c’è un po’ di Tony in tutti noi, una saggezza da miserabile che nessuno è in grado di contraddire, specie di fronte ad un piccolo mostro affatto sconosciuto per cui la libertà è il poter dire sempre e comunque “no”. Bell’estratto del romanzo Hanno tutti ragione, dove l’attenzione non si concentra sull’intreccio come per le pagine letterarie, ma piuttosto sul personaggio stesso. Straordinaria la protagonista che riesce a rendere magnificamene anche un character maschile, perforanti le parole, incisiva la scena, un trionfo di monologo insomma che dopo i successi di Napoli e Milano merita un po’ più d’attenzione sull’ancora troppo timida platea capitolina.

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