Spettri a Trento

Una riscrittura del dramma borghese ibseniano

spettri

Spettri, la celebre opera di Ibsen, scritta nel 1881, che racconta i drammi della famiglia Alvig, è andata in scena al Teatro Sociale di Trento con l’adattamento di Fausto Paravidino e la regia di Rimas Tuminas, una Produzione firmata Teatro Stabile del Veneto.

La vicenda si svolge nella campagna norvegese perennemente piovigginosa e cupa, in cui si stanno svolgendo i preparativi per l’inaugurazione di un orfanotrofio intitolato al defunto capitano Alvig, ricordato come una persona con grandi valori morali. La vedova Helene (Andrea Jonasson) e il pastore Manders (Fabio Sator) rievocano il passato del capitano che conduceva in realtà una vita dissoluta, libertina, che lo portò presto alla follia. I due personaggi ricordano le difficoltà della signora Alving nel suo ruolo di moglie e madre, tanto da indurla a fuggire dal marito per amore del pastore, che però l’aveva respinta. Helene rivela un’altra terribile verità. La bella Regine (Eleonora Panizzo), che lavora da lei come domestica, è figlia illegittima del capitano e della cameriera Johanna, costretta a sposare poi Engstrand (Giancarlo Previati) per evitare il disonore e per dare un padre alla bambina.

Ma il dramma prosegue con il figlio di Helene, Osvald (Gianluca Merolli), da poco tornato da Parigi, che, consapevole di essere colpito dalla stessa follia del padre, si innamora di Regine, ignaro del legame di sangue che scorre tra loro.

Questa rivisitazione è più asciutta rispetto all’opera ibseniana, i veri protagonisti sono Helene e Osvald e ci sono diversi tagli anche nella trama. I dialoghi presentano molte pause e di conseguenza le scene sono spesso molto lente. Non è quindi così importante la trama, ma l’introspezione, che porta alla luce gli spettri delle vite dei personaggi, che sembrano non essere mai scomparsi. Siamo davanti ad una tragedia greca in cui i personaggi sono in balia di un destino atroce fatto di illusioni che si tramandano di generazione in generazione.

La scenografia si addice all’atmosfera cupa della pièce: domina il colore nero, l’illuminazione è data solo da alcune candele sul tavolo e un lampadario. In risalto c’è anche il verde scuro della poltrona sulla quale spesso siede la signora Alving, che indossa per tutto lo spettacolo un elegantissimo abito dello stesso colore. La sensazione di foschia è data dal fumo che simula la nebbia, in sottofondo la pioggia è costante, tuoni e lampi nelle scene più impattanti. Sul fondo un grande specchio ancorato a tiranti, accompagna la danza di Regine e Osvald, presi dai loro pochi momenti di gioia prima di scoprire di essere in realtà fratello e sorella.

Andrea Jonasson interpreta con raffinatezza una signora Alvig abile a non manifestare apertamente il dolore di una donna sofferente, che si nasconde dietro il ruolo di madre che vuole sostenere un figlio problematico, in realtà gelida nei gesti. Molto bella la scena con Osvald, un bravissimo Gianluca Merolli che rappresenta bene la depressione e la follia. Molto intensa anche la scena in cui Osvald canta il celebre brano di Leoncavallo Ridi, Pagliaccio. Il ragazzo non ha speranze, soprattutto una volta venuta a mancare Regine. Helene diventa una Madonna sofferente quando il figlio, preso dall’ennesima crisi, le chiede l’estremo atto di liberarlo da questa vita mai voluta. La scena ricorda molto la Pietà di Michelangelo ed è proprio in questa scena che arriva “il sole”, dopo la lunga pioggia.

PANORAMICA RECENSIONE
Regia
Attori
Drammaturgia
Allestimento scenotecnico
Pubblico
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spettri-a-trento<br>SPETTRI <br>di Henrik Ibsen <br>Versione italiana e adattamento Fausto Paravidino <br>Regia Rimas Tuminas <br>Scene e costumi Adomas Jacovskis <br>Musica Faustas Latènas, Giedrius Puskunigis, Jean Sibelius, Georges Bizet <br>Disegno luci Fiammetta Baldiserri riprese da Oscar Frosio <br>Personaggi e interpreti <br>Helene Alving Andrea Jonasson <br> AlvingGianluca Merolli <br>Pastore Manders Fabio Sartor <br>Jakob EngstrandGiancarlo Previati <br>Regine EngstrandEleonora Panizzo <br>Assistente alla regia Gabriele Tuminaite <br>Assistente e interprete del team creativo Alina Frolenko <br>Direttore dell’allestimento Ottorino Neri <br>Direttore di scena Antonio Verde <br>Assistente alle luci Oscar Frosio <br>Fonico Andrea Bisaccioni <br>Suggeritore Enzo Giraldo <br>Sarta Silvana Galota <br>Segretaria di compagnia Elisa Pastore <br>Stagista Maria Celeste Carobene <br>Realizzazione scene Tecnoscena <br>Realizzazione costumi Atelier Nicolao srl