L’Amalassunta vince il Premio Calvino

“I luoghi tradiscono, si rendono irriconoscibili, e soltanto una fragile via permette di abitarli aleggiando tra ciò che resta e le immagini della memoria.”

Giunti Editore

L’Amalassunta è il romanzo vincitore del Premio Calvino 2014, si tratta dell’esordio del giovane Pier Franco Brandimarte.

Una storia particolare che sembra nascere dalla tavolozza dei colori di Osvaldo Licini, è lui infatti il vero protagonista di questo libro.

La vita dell’artista italiano si intreccia a quella di Antonio, il narratore. Sarà lui a lasciare Torino e tornare nella barberia del nonno, per capire meglio se stesso.

Nella cittadina marchigiana di Montevidone, passa al setaccio le tracce lasciate da Licini, cerca testimonianze che possano aiutarlo a ricostruire quella personalità che gli è tanto affine.

Il romanzo si intreccia alle opere d’arte, alle foto, agli episodi che hanno segnato la carriera dell’artista, quando per esempio ha incontrato Modigliani: “Su di noi si spostavano i cerchi spettrali dei riflettori di guerra e andavamo alla cieca come due aeroplani tra masse di nuvole nere.”; o quando ha perso la gamba destra.

E così eccolo lì, con il cappello di paglia, i colori a tracolla e il sigaro in bocca, l’artista di cui nessuno parla, che fatica a farsi strada mentre tutti guardano i quadri di De Chirico.

Brandimarte non solo ci fa appassionare alla storia e alla vita di Osvaldo Licini, ma ci conduce per mano davanti alle sue opere facendoci percorrere i corridoi di un’affascinante viaggio artistico.

Un testo a tratti teatrale, illuminato dalla luce tenue dell’Amalassunta.

 

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