Uno scorcio di Parigi tra cibo, Pâtisserie e vita notturna

Il più notevole dei nuovi spazi semi-pubblici è forse la rue du Nil nel cuore di Parigi; nel Sentiero, antico centro di gravità degli atelier di confezione dei vestiti. Lunga un centinaio di metri, la via è composta da sette negozi «del palato», aperti ai parigini come ai visitatori di passaggio, già numerosi. Il punto comune di questi negozi: proporre dei prodotti di grande qualità, artigianali, spesso biologici e la cui origine è certificata.

«Terroirs d’avenir» raggruppa anche: un macellaio (prosciutto affumicato spagnolo, carne di manzo stagionata), un pescivendolo (branzino da lenza dei Paesi Baschi francesi, conchiglie Saint-Jacques ultra-fresche) e una drogheria che, oltre alle verdure biologiche (pastinaca, insalate, cipolle, pomodori…), propone degli agrumi venere di un specialista del Sud della Francia; gli Agrumi di Benedetto e Michele Bachès: limone caviale — 100€ al chilo! —, limone, bergamotto, arance…

L’accoglienza, la gentilezza e la competenza costituiscono la regola direttrice del servizio di questi negozi.
L’acquisto e il pagamento si effettuano a scelta, in uno di questi tre esercizi, un po’ come in un mercato di villaggio.
Se non si ha voglia di cucinare, la rue du Nil propone anche tre ristoranti, intimamente legati poiché sono stati creati da Greg Marchand, un francese formatosi a Londra da Jamie Oliver.
Frenchie (tre mesi di attesa!)

Frenchie
Frenchie To Go: aperto dalle 09:00 del mattino per i migliori cappuccini di Parigi; scone, muffins o, se preferite pranzare qui (fino alle 16:00), pastrami e pesce con patatine. Vi si arriva preferibilmente verso le 12:15, per evitare l’attesa, ci s’installa ad un tavolo alto, all’interno o all’esterno, come si preferisce, e si assapora: il gusto, la qualità, il comfort, l’atmosfera, la buona educazione…

Frenchie Bar al Vino: senza prenotazione e unicamente la sera, a partire dalle 19:00 (è generalmente completo dalle 19:30). Vi si mangiano delle tapas di grande raffinatezza.

L’ultimo negozio della rue du Nil è l’Arbre à Café, creato dal talentuoso Ippolito Courty, un professore aggiunto (concorso d’élite per l’insegnamento in Francia) di storia, divenuto un eccellente torrefattore, stanco del caffè parigino che riempie i bistrot parigini tradizionali… La bottega è anche distributore di cioccolatini di Claudio Corallo, un italiano che coltiva le sue piante di cacao sulle isole Sao Tomé nel Golfo di Guinea, sotto la latitudine zero. Comprendete: l’Equatore.

La via è magica e s’irradia in tutto il quartiere dalla place du Caire, graziosamente alberata, alla rue d’Alexandrie e il suo hotel-ristorante Chez Edgar, passando al di sopra della via Petits Carreaux con la sua facciata d’immobile “vegetalizzato”.

rue des Petits Carreaux

In tutt’altro quartiere, il 19esimo Arrondissement, si po’ anche nutrire il proprio spirito al Cent-Quatre, un luogo altamente culturale dedicato all’arte performativa (teatro, danza, circo). È qui che è andato in scena, questo inverno, uno spettacolo di giocoleria diretto dall’italiano Alessandro Sciarroni: quattro giocolieri si scambiavano le loro quattro «clave» con una difficoltà crescente e accompagnati da una musica elettronica. Indimenticabile.

È a Parigi che si trova una delle pasticcerie di riferimento in Francia: la Pâtisserie des rêves (La Pasticceria dei Sogni), di Philippe Conticini. Il dolce che l’ha fatta conoscere è il Paris-Brest. Hanno seguito la Saint-Honoré (dolce alla crema), o la tarte tatin (una torta alle mele caramellate che è venuta alla luce grazie a una dimenticanza delle sorelle cuoche Tatin, nel 19esimo secolo). In seguito, la Pâtisserie des rêves si è installata a Londra e in Giappone. Vi si trovano bonbon, marshmallows, dello zucchero d’orzo, lingue di gatto, caramelle al burro salato dal gusto eccezionale.

la Pâtisserie des rêves_foto di Nicolas Derigny
Infine, per i più curiosi, o i più resistenti, Parigi ritorna ad essere una città da vivere la notte.
Per esempio presso l’Arc, che ha riaperto le sue porte in ottobre 2014. Il club è stato progettato da Lenny Kravitz e la direzione artistica è stata affidata a Cyril Peret Paglinghi, già responsabile del Nikki Beach di Saint-Tropez e del Koh Samui nel Golfo di Thailandia.

Ancora più selezione: il Silencio, via Montmartre 142, che riprende il nome del bar dove si reca Naomi Watts nel film Mullholand Drive. Il club, immaginato dallo stesso David Lynch, dovrebbe essere segreto e anche un po’ misterioso. Su 700 metri quadrati, si troverà una galleria fotografica, una biblioteca, un’area fumatori, 2 bar e un palco. Riservato, all’inizio, ad una comunità di artisti e di creativi, sarebbe un po’ l’equivalente della Villa Lena in Toscana. Ma è anche aperto al pubblico, dal martedì al giovedì, da mezzanotte alle 4:00, e il venerdì/sabato, da mezzanotte alle 6:00. Attenzione al fisionomista all’entrata: la selezione rimane severa!

Per scoprire come spostarsi a Parigi, tra zone pedonali, chiatte galleggianti, piste ciclabili e mongolfiere, leggi La nuova atmosfera parigina | Lo spazio urbano

Traduzione di Azzurra Padovano

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