Nadia Baldi porta sul palco del Piccolo Eliseo una splendida versione di Ferdinando di Annibale Ruccello

In scena a Roma fino al 5 novembre

Gea Martire è Donna Clotilde in Ferdinando di Annibale Ruccello

Donna Clotilde baluardo borbonico di una dinastia ormai decaduta, si ritira agli albori della nuova Italia unita sotto lo stendardo dei Savoia, in una vecchia dimora di campagna, affidandosi alle cure dell’immiserita cugina Gesualda e alle benedizioni del parroco don Catello.

Un quadro apparentemente tranquillo, al limite del grottesco, con le arcigne battute della vecchia nobile, pronta a scatenarsi con la sua lingua biforcuta sulla cugina-serva Gesualda; novella coppia beckettiana legata da reciproca dipendenza proprio come Ham e Clov in Finale di partita. Terzo incomodo “Don Catellino”, curato di paese dalle abitudini non proprio sante, le cui attenzioni vengono contese fra Gesualda e il giovane sagrestano Amedeo.

Ma è solo l’inizio, in questo trittico da camera dove le due donne invecchiano rassegnate come le dame Pintor di Canne al vento, irrompe con la sua audacia sfrontata il giovane e bellissimo Ferdinando, orfano rampollo di famiglia, rimasto solo e con patrimonio a carico, affidato alle cure della zia Clotilde, unica parente rimasta in vita. E’ lui l’angelo indemoniato e avido, custode di un terribile segreto, proprio come il nipote Giacinto nel romanzo della Deledda, che porterà la sua strisciante bellezza ad insinuarsi nei cuori dei tre adulti solitari, pronti a gettarsi ai suoi piedi in cambio di un bacio. Una cassetta di diamanti rubata e un tragico epilogo tireranno le somme di questa vicenda, capolavoro ruccelliano in scena ora al Piccolo Eliseo di Roma fino al 5 Novembre.

Semplicemente unica la regia di Nadia Baldi, che produce per Teatro Segreto in collaborazione con Ruggero Cappuccio questa magica versione di Ferdinando, uno dei testi più belli di Annibale Ruccello dove il passato borbonico si scontra col presente “savoiardo e giacobino” in una continua battaglia di sopravvivenza in cui i vecchi valori gattopardiani spirano lenti fra le pareti umidicce dei palazzi del potere, destinati a cadere in mano alla nuova rampante borghesia.

Ferdinando in scena al Piccolo Eliseo di Roma

E’ l’identità rivendicata, offesa, rubata la protagonista del racconto, un racconto unico nel suo genere, magnificamente reso dalle scene magiche di Luigi Ferrigno sull’evocativo progetto luci della stessa regista, dove la divina Gea Martire in ossequio alla prima Donna Clotilde della fantastica Isa Danieli ci restituisce una maschera teatrale meravigliosa, ferocemente grottesca ma al tempo stesso ilare, una Tina Pica cattiva eppur simpatica, che si erge come un fantasma sull’enorme letto di cuscini. Geniale la trovata della sottoveste-lenzuolo che fa del letto un’estensione del personaggio, un malato immaginario versione femminile che si ritrova impigliata nelle stesse ragnatele del suo palazzo-prigione.

Bravissimi tutti gli attori, a cominciare da Don Catello-Fulvio Cauteruccio che porta col suo accento calabro una nota di ulteriore divertissement in salsa meridionale, bella prova anche per il giovane Ferdinando-Francesco Roccasecca dello stabile di Napoli e menzione speciale infine per Chiara Baffi, la più bella e brava Gesualda mai vista in scena. Uno spettacolo calibrato ma intenso al tempo stesso, vince la sfida di un testo difficile che già aveva raggiunto trionfi drammaturgici e ne restituisce tutta la cruda verità con maestria ed eleganza. Un piccolo Eliseo stracolmo e plaudente ha assistito a questa prima davvero incantatrice, dove esplode una platea che pure meriterebbe le poltroncine rosse del più grande teatro di via Nazionale.

PANORAMICA RECENSIONE
Regia
Attori
Drammaturgia
Allestimento scenotecnico
Pubblico
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sul-palco-del-piccolo-eliseo-ferdinando-di-annibale-ruccelloFerdinando <br>drammaturgia di Annibale Ruccello <br>regia di Nadia Baldi <br>attori Gea Martire (Donna Clotilde), Chiara Baffi (Gesualda), Fulvio Cauteruccio (Don Catello), Francesco Roccasecca (Ferdinando) <br>scene di Luigi Ferrigno <br>costumi di Carlo Poggioli <br>produzione Teatro Segreto <br>pubblico numeroso e partecipe