
[rating=5] La verità ci rende liberi recita il vangelo, ma quante piccole maldestre bugie accompagnano il nostro quotidiano? Menzogne necessarie o pratiche, buoniste, infami, sconvolgenti, silenziose, strisciano con disinvoltura nei nostri gesti e soprattutto dentro le parole. Il quartetto Anna Della Rosa, Ugo Giacomazzi, Rosario Lisma e Andrea Narsi si muovono in questo strano carosello di docili fandonie alla ricerca o nella speranza forse, di saper scindere quelle “giuste” dal maremagnum delle inutili.
L’acclamatissimo regista di “Ore d’Amore” e “Che gusti ci sono”, porta nella capitale la sua ultima splendida fatica teatrale al Vascello, un’opera semplice ma bellissima, quattro personaggi indimenticabili e una continua altalena fra pianto e riso di quelle che i palchi dello stivale spesso se la sognano. Due siciliani e due milanesi dalla buona scuola del Parenti ci raccontano le vicende della sorella missionaria di un parroco di provincia che ritorna in città a scombinare la vita dei “fratelli”.
Si perché Maria (Anna Della Rosa) ha un fratello, Giovanni (Rosario Lisma), che di mestiere fa appunto il parroco, ma anche Filippo (Andrea Narsi), mai rassegnato al divorzio voluto dalla ex e Pietro (Ugo Giacomazzi) brillante bancario affetto dalla sindrome spastica, sono fratelli, eppure il legame di parentela è in qualche modo “invaso” anche dall’amicizia. I fratelli sono quattro insomma, per ragioni di sangue o affetto e in questa sorta di limbo ovattato di paese fanno a gara nel raccontarsi bugie protettive, che impediscano all’altro di guardarsi allo specchio (nemmeno in senso troppo metaforico).
Ma ecco l’imprevisto, il femmineo che sconquassa l’abitudinario cameratismo dei personaggi maschili, facendosi portatrice di una verità cruda, difficile, maldigeribile, come la sorte dei famosi “peperoni difficili” del titolo. Ottimo pezzo di teatro, tutto al posto giusto: dai costumi (Eleonora Rossi) alle luci (Paola Tintinelli e Luigi Biondi) passando per le musiche (Gipo Gurrado) e trionfando nella resa attoriale. Cinque stelle meritate, in questo tempo di crisi anche creative, Lisma è da tenere d’occhio!