Game over? No, Teatro Sotterraneo vince la scommessa

[rating=4] Ossessione per la serialità e bricolage stilistico, il progetto tratto dal romanzo di Jules Verne è un calderone pop in cui riferimenti storici, geografici e musicali si fondono per formare un’opera di rara intelligenza. Sulle note dei Beatles, Teatro Sotterraneo sbarca a Liverpool.

Un giro del mondo in 80 giorni iniziato a luglio a Villa Scornio (leggi la recensione) e terminato a dicembre a Palazzo Fabroni, passando per la Biblioteca S.Giorgio e il Piccolo Teatro Bolognini. Azione e ritmo hanno rallentato un pò il passo nell’ultimo episodio visto il 18 dicembre (leggi la recensione), forse complice l’eccessiva impostazione della pur sempre brava pianista, che dal vivo ha suonato brani classici e d’ispirazione jazz. Ciò non ha impedito di rapire l’attenzione dei bambini e degli adulti, ipnotizzati da Sara Bonaventura e Claudio Cirri – oscillanti tra le interpretazioni di Phileas Fogg, Jean Passepartout, l’ispettore Fix e Miss Auda. Si è aggiunta la deliziosa comparsata di un pluriomicida a metà tra Jack lo squartatore e Hannibal Lecter, compagno di cella del Lord, tanto flemmatico quanto eroico, Fogg.

In definitiva, date a Teatro Sotterraneo una stanza, un mixer, un testo, due attori naturali e allo stesso tempo incisivi: creerà una performance piena di guizzi e invenzioni, trovate sceniche e, soprattutto, uno humour sarcastico che spezza la staticità del teatro di prosa. Quello del trio Bonaventura-Cirri-Villa è un gioco sempre al confine tra realtà e fantasia, tra salti mortali del pensiero e indovinelli, in uno scavalcamento continuo dei piani di lettura – da quello visivo ed estetico, a quello cerebrale, sempre rimanendo coi piedi nella narrazione.

Lo stupore è uno degli elementi chiave di questo spettacolo a puntate (che speriamo di vedere prossimamente in versione integrale). Proprio Jules Verne sul finale riserva il grande coup de théatre. Quando Phileas Fogg sembra avere ormai perso la scommessa ed essere pronto ad un ultimo, disperato gesto, Miss Auda le rivela il suo amore e la sua devozione; e scoprire poi, prima delle nozze, che per un errore di calcolo si è sempre in tempo per un ingresso trionfale a Londra, da vincitori stavolta.

Come le compagnie di burattinai tramandano nel presente le storie radicate nell’immaginario collettivo, così Teatro Sotteraneo, con qualche trucco di prestigio e arte oratoria, trasporta un romanzo dell’Ottocento nel 2015, restituendo freschezza e vivacità calate in uno stile notiziario che, contrariamente all’originale, fa pensare. Domande sul risparmio energetico, sugli elementi strutturali di una nave, sui futuri mezzi di esplorazione che inventerà l’uomo, sulla conquista dello spazio – ma anche riflessioni sui valori di lealtà, altruismo e coraggio: quello che spesso la scuola dell’obbligo non riesce a far apprezzare ai ragazzi, può farlo il teatro. In questo caso, Sotterraneo.

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