Ci vuole orecchio, il non-omaggio di Elio a Enzo Jannacci

Ci vuole orecchio. Elio canta e recita Enzo Jannacci è uno spettacolo imperdibile che ripercorre le tappe della carriera di Jannacci facendo dialogare il passato e il presente.

Ci vuole orecchio. Elio canta e recita Enzo Jannacci, lo spettacolo-circo di Elio (delle Storie Tese) è arrivato a Prato, dopo cinquanta repliche (e tante altre ancora sono in programma visto l’enorme successo che il suo carosello sta riscuotendo), e ha travolto per una sera il pubblico del Teatro Politeama Pratese.

Nelle note allo show Elio racconta che Ci vuole orecchio non è un omaggio, ma una ricostruzione del mondo di nonsense, comico e struggente di quel geniale saltimbanco che fu Enzo Jannacci, performer poliedrico anima degli anni ’70 italiani che se per la storia furono “di piombo”, per il mondo dello spettacolo furono – per reazione – tra i più liberi e rivoluzionari.

“Saltimbanco non guardare, saltimbanco non toccare, non cercare di capire, che un sorriso dalla terza fila non arriva mai. E il teatro non si tenta, e la vita non si inventa, saltimbanchi si diventa si… ma poi… saltimbanchi si muore. Opla!” Enzo Jannacci

Il regista Giorgio Gallione descrive lo spettacolo come un’operazione teatrale, un incontro tra il filosofo assurdista e performer eccentrico Elio e il nume tutelare e padre putativo della canzone d’autore comica italiana che ha usato l’umorismo come cannocchiale per un mondo alla rovescia, autore della ludica aggressione alla noia e ai linguaggi standardizzati.

Già a sentirne parlare si capisce che Ci vuole orecchio è un grosso azzardo, un salto nel vuoto in cui si rischia lo schianto, ma Elio è un artista col paracadute che si rivela in tutta la sua eccellenza superando persino le aspettative. Con lui sul coloratissimo palco allestito da Lorenza Gioberti ci sono Seby Burgio (pianoforte), Martino Malacrida (batteria), Pietro Martinelli (basso e contrabbasso), Sophia Tomelleri (sassofono), Giulio Tullio (trombone) giovani e talentuosi musicisti che gli fanno egregiamente da spalla in questa avventura tra suoni folli e testi folli.

Ci vuole orecchio, come spiega lo stesso Elio, è un viaggio dentro le epoche di Jannacci, quello di La luna è una lampadina, L’Armando, El purtava i scarp del tennis, canzoni che regalano comicità pura; ma anche quello che ti spezza il cuore con Vincenzina o Giovanni il telegrafista mischiando le risate al dramma. Come è la vita: imperfetta. E nessuno meglio di chi abita nel nostro paese lo sa.

Così, nel panorama infinito delle figure che abitano l’universo Jannacci trovano posto anche personaggi dolenti, clown tristi e inadeguati che spesso inciampano nella vita. Il nostro spettacolo sarà perciò un viaggio in questo pantheon teatralissimo, dove per vivere “ci vuole orecchio” e dove, da saltimbanchi si vive e si muore… Opla!, Giorgio Gallione, regista

Insieme alle canzoni del maestro, Elio ci regala anche reading di letture che spaziano da Dario Fo a Francesco Piccolo, da Michele Serra a Cesare Zavattini in un dialogo perfetto tra testi e musica, tra parole e note, tra l’Italia di ieri e quella di oggi.

Ci vuole orecchio è uno show che fa ridere, che fa ballare e cantare, che regala un’ora e mezza di svago piena di intensità e di senso, unico nel suo genere e sicuramente da non perdere.