Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni

Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni

[rating=4] Alla presenza dello spettacolo Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni si ha tanto  il sentore d’essere dinnanzi alla struttura di un dramma pirandelliano. Sarà forse un parere soggettivo, ma questo procedere al modo dei 6 personaggi in cerca d’autore, questo avanzare per tentativi nella speranza di costruire qualcosa di teatrale, è molto simile.

In scena i quattro attori, che non presentano altro che sé stessi, dichiarano, non senza un velo di delusione, che hanno fallito. Cioè che non sono riuscito a mettere in scena niente di quello che avrebbero voluto presentare. Il tema è indubbiamente difficile e lo si capisce. È infatti un progetto attorno al suicidio di quattro anziane greche che nel pieno della crisi si sono tolte la vita, cercando attraverso questo gesto di “non darvi altre preoccupazioni” come scrivono nel loro biglietto d’addio. Un gesto indubbiamente politico ma infine disumanizzante e grave.

In un procedere quindi per tentativi, attraverso la volontà di raccontare e dire qualcosa, si costruisce lo spettacolo. Ma sicuramente l’indagine su un evento di cronaca, nato sì dalla penna dello scrittore Markaris, ma che ha un fondamento storico innegabile, dimostrato dai spaventosi dati sul suicidio nel paese ellenico. Emergono così, sparsi e dilapidati i dettagli di una tragedia tra le tragedie, che ha il suo humus in un contesto di decadenza e vertiginosa caduta economia ed istituzionale. Le domande a cui i quattro attori rispondono sono quelle del come e del perché un gesto così sia stato possibile. Domande che si fanno cariche di piccoli particolari e sottili precisazioni.

Lo spettacolo è molto ironico e persino dissacrante. La scena spogliata a nudo e mostrata nella propria essenzialità è completamente scura, ed è l’oscurità del lutto, del suicidio e appunto  dell’impossibile. I tentativi di costruzione, di cui sopra si parlava, sono propri anche della recitazione degli attori che si trovano allo stesso tempo a dover essere ancorati a se stessi, alla propria umanità, e al loro essere attori in scena, presenti per dire e fare qualcosa. A questo livello le difficoltà non mancano e si vedono, poiché spesso questa duttilità non è presentata bene, non concedendo al pubblico di poter apprezzare del tutto un operazione sottilissima come questa.

Deflorian Tagliarini ®Claudia Pajewski

Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni, è un testo originale e bello, poiché si carica di importanti significati sociali e sperimentazioni drammaturgiche necessarie, che è però debole in scena, mostrandosi parziale rispetto alle potenzialità che potrebbe offrire, lasciando infine dell’amaro in bocca a chi ne è spettatore.

Questo spettacolo, che è dichiaratamente tracciato come un progetto, è scritto dalla coppia Deflorian-Tagliarini che in  scena recitano con Monica Piseddu e Valentino Villa.  Prodotto da Teatro di Roma e Romaeuropa Festival 2013, ha vinto nel 2014 il prestigioso premio Ubu per migliore novità italiana. Visto all’arena del Sole a Bologna, Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni continua il suo tour per l’Italia, portando sperimentazione e riflessione tra il pubblico che ha l’onore di vederlo.

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