Baracco o Baracco che fine hai fatto?

Madame Bovary - Foto Luigi Angelucci

[rating=4] Pessima shakespeariana reinterpretazione del titolo dell’articolo a parte, la Madame Bovary portata in scena al piccolo Eliseo di Roma da Andrea Baracco, pur rimanendo un ottimo lavoro, lascia un po’ delusi gli spettatori amanti delle versioni teatrali più audaci del regista, autore di memorabili allestimenti contemporanei, non ultimo il Giulio Cesare, probabilmente una delle più belle versioni teatrali firmate da Baracco.

È pur vero che sulle istanze d’artista non si discute, ma si sa quando la marca stilistica è così forte, se per un attimo cambia o torna forse alle origini del testo, lascia il segno. Questa inquieta infelice creatura nata dal genio di Flaubert, sempre alla ricerca di qualcosa che le rimane profondamente sconosciuto e che le impedisce di “crescere” tanto come persona che come personaggio, poteva offrire spunti notevoli alla contemporaneità dell’universo femminile, ma in quest’occasione Baracco rimane sulla forma originale: abiti in stile, fedeltà al racconto, solo la scenografia (Marta Crispino Malatesta) si concede un godibilissimo fuoripista nella modernità con una struttura in ferro che richiama la gabbia in cui la protagonista finisce per auto-imprigionarsi.

Azzeccatissimo l’impianto musicale (Giacomo Vezzani), bravi gli attori, menzione speciale a Roberta Zanardo anima della bambola Berthe, quasi un’infanta Coppelia protagonista dei momenti piu’ intensi della scena, così come Lino Musella e Laurent e Mazzoni rispettivamente il placido Charles e Hippolyte, il garzone claudicante che rappresenta il secondo grande fallimento di conquista del bel mondo da parte della signora Bovary, già delusa dalla nascita di una figlia femmina in vece del tanto agognato “maschio”.

Madame Bovary - Foto Luigi Angelucci
Madame Bovary – Foto Luigi Angelucci

Bella performance per Lucia Lavia, capricciosa e rabbiosa nei modi e nei tempi migliori tuttavia non la migliore, oscurata (ma forse per mere ragioni anagrafiche) dalla bravissima Elisa di Eusanio, interprete del mercante-aguzzino, una prova d’attrice che quasi quasi ce la fa rimpiangere nei panni dell’irrequieta Emma. Compito teatrale fatto a dovere, con la diligente riscrittura di Letizia Russo, rimane solo un po’ d’amaro in bocca al pensiero di quante splendide e più coraggiose versioni di lei avrebbe potuto offrirci l’indiscusso appeal teatrale di Baracco.

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