
La Stagione al Teatro Francesco di Bartolo, di Buti, si farà. E ospiterà nomi significativi del panorama nazionale. Niente big altisonanti rubati alle fiction televisive, ma artisti che hanno fecondato l’immaginario collettivo con mezzi evocativi, senza recitazioni standard, o seguendo logiche di mercato. Dario Marconcini e Giovanna Daddi dirigono da tempo il teatro, selezionando compagnie e producendo, già dagli anni Settanta, spettacoli rivelatori come Memory Plays (la Trilogia Pinteriana di splendore crepuscolare) o Coco di Bernard Maria Koltès – raffinata e incompiuta pièce dedicata proprio a Coco Chanel.
Il 16 e 17 dicembre la Stagione si è aperta con L’uomo dal fiore in bocca e Dondolo – con Dario Marconcini, il primo, e con Giovanna Daddi, il secondo. La coppia, nell’arte e nella vita, ha esplorato i testi – rispettivamente di Pirandello e Beckett – lasciandone intatta l’ossatura e il fascino, con una recitazione (sempre troppo poco presa a modello) per cui il distacco si fa valanga di suggestioni.
Mercoledì 25 gennaio sarà la volta de I Sacchi di Sabbia, compagnia toscana che ruota attorno alle figure di Giovanni Guerrieri e Giulia Gallo, e che miscela ricerca, interazione e tecnica. A Buti porteranno I quattro moschettieri in America: gradevolissima rilettura del romanzo di Dumas, sorta di fumetto in carne e ossa, sorprendente e pieno di idee.
Mercoledì 1° febbraio Oscar De Summa presenterà La sorella di Gesucristo, ultima parte della Trilogia della Provincia, progetto punk-rock ispirato alla vita dello stesso interprete, che porta in scena un teatro di immagine, gesto e visione. In un equilibrio che pochi riescono a raggiungere, e che lui materializza pienamente: l’incontro tra corpo e parola, lo scontro tra comicità e dolore.
Domenica 12 febbraio arriverà a Buti Elisabetta Salvatori con Piccolo come le stelle. Vita di Giacomo Puccini, dove la leggiadria dell’attrice si presta a narrare l’esistenza del compositore, accompagnata dal violinista Matteo Ceramelli. Un esempio, questo, di teatro di narrazione e melodia.
Mercoledì 8 marzo Roberto Latini proporrà il suo capolavoro, I giganti della montagna (★★★★ leggi la recensione) dove il testo originario di Pirandello è distorto e vivisezionato, per riemergere in una luce misteriosa. Proposto in varie versioni, da quella Radio Edit ad altre più strutturate, non sappiamo che taglio darà Latini per il palco del Francesco di Bartolo, ma possiamo già sentire un’eco di suoni, grida e sussurri.
In data ancora da definire è in programma In ogni caso nessun rimorso della compagnia Borgobonò, spettacolo tratto dal romanzo di Pino Cacucci; mentre mercoledì 12 aprile la Stagione si concluderà con ChiCazzoHaIniziatoTuttoQuesto, disturbante lavoro sulla morte, il desiderio, il vizio, tratto da un testo ibrido di Dejan Dukovski e Agate Øksendal Kaupan. La regia è di Alessio Pizzech, della Compagnia Fattore K.
A Buti il teatro resiste ed esiste, nonostante restrizioni economiche e pessimismo generalizzato.