
Prosegue l’appuntamento con la scena contemporanea di Fabbrica Europa. Tra gli eventi in programma sabato 17 e domenica 18 maggio arriva alla Stazione Leopolda di Firenze la bravissima Mirjana Karanović affiancata da Ermin Bravo nello spettacolo La notte di Helver della Compagnia Kamerni Teatar 55 di Sarajevo.
Tra il 1992 e il 1995, quando Sarajevo era una città sotto assedio, il Kamerni Teatar 55 portò avanti la sua missione di “resistenza culturale all’aggressione e la barbarie”. Durante questi tre anni, tra mortai e bombe, a volte con la sola illuminazione delle candele, il gruppo rimase fedele ai suoi principi, andando in scena quasi ogni giorno di fronte a un grande e affezionato pubblico. Produsse 28 debutti all’interno di un repertorio che non si piegò ad alcun compromesso né ad alcuna influenza ideologica, nazionalistica, religiosa o politica.
In questo contesto, e sotto la direzione di Dino Mustafic, il Kamerni 55 presenta La notte di Helver, un lavoro che parla della nostra necessità di comprensione e amore, svelando le terribili verità sullo spirito umano che possono emergere nell’arco di una sola notte. È interpretato da due straordinari e pluripremiati attori: Mirjana Karanović, diva e mostro sacro in patria, interprete prediletta di Emir Kusturica, Orso d’oro a Berlino, nomination all’Oscar per Il segreto di Esma, ed Ermin Bravo, giovane e talentuoso attore di teatro e cinema, famosissimo in patria, che ha anche recitato nel film di Angelina Jolie su Sarajevo, In the land of blood and honey.
In una città senza nome, in qualche luogo d’Europa, Carla e Helver si nascondono. Potrebbe trattarsi della Germania nazista, del Ruanda o ex Jugoslavia. Una guerra civile ha devastato tutto ed è solo questione di tempo prima che i due vengano scoperti. Helver, che è ritardato mentale, si diverte con quello che per lui è solo un gioco di soldati. Si ispira a Gilbert, un leader paramilitare fascista. Anche se sta partecipando entusiasticamente alla campagna di Gilbert per liberare il paese dalla “lurida feccia”, Helver non ha nessuna consapevolezza dell’imminente pericolo. Comparando l’ossessione di Helver nei confronti di Gilbert col suo sconsiderato abuso di Carla, lo spettacolo esplora con quanta facilità le persone possano essere manipolate in tempi di isterismo collettivo. La notte di Helver di Ingmar Villquist (pseudonimo del drammaturgo polacco Jaroslaw Swierszcz) mostra come un militarismo crescente può affliggere una società ma anche penetrare la sfera più privata: uno spaccato sul comportamento umano quando si esauriscono le possibilità di fuga e non rimane via di scampo.
Sullo spettacolo. Helverova noc ha debuttato a Sarajevo nel gennaio 2004. È ambientato negli anni ‘30, l´era di ascensione del fascismo. La complessa natura dei due protagonisti, madre e figlio, si sviluppa nella cornice opprimente e claustrofobica del loro passato. Il processo di costruzione e decostruzione della vicinanza intima dei personaggi dentro le mura di una stanza, porta a una dolorosa, straziante, brutalità fisica che spezza il laccio emotivo che lega il ragazzo ritardato mentale e la madre. L’energia complementare del rapporto drammatico che permea l´opera e che oscilla tra amore e odio si placa dopo la morte del ragazzo. Una rappresentazione di teatro da camera straordinariamente potente, nella quale il cameratismo degli attori e le loro dure parole partecipano alla costruzione di un’opera che parla in maniera eloquente della necessità di comprensione e amore e al tempo stesso rivela i diversi livelli psicologici e ideologici di una notte che porta in superficie le tragiche verità umane.
Il Kamerni ’55 di Sarajevo, punto d’incontro di tutti gli intellettuali del paese, ha avuto un’influenza decisiva su un’intera generazione di artisti che ha riconosciuto nella centralità del lavoro attoriale e nella predilezione per un’interpretazione intima e sincera il vero fattore chiave. Di orientamento avanguardista e sperimentale, la compagnia ha interpretato piéce di autori quali Brecht, Shaw, Pinter, Albee, Weiss, Beckett, Pirandello, Vitrac, Camus, Goldoni, Lorca, Gombrowitz, Rozewicz, Arbuzov, Fo, Bulgakov, Chéjov, Dumas, Fassbinder, Ibsen, Strindberg, Dostoievsky, Priestley, Shakespeare, Miller, Fogl, Horozović e altri. Dalla sua fondazione, ha portato in scena più di 250 spettacoli e il suo lavoro non cessò nemmeno durante la recente guerra civile.
Dino Mustafi – nato nel 1969 a Sarajevo – si è laureato all’Accademia di Arti Sceniche e in Letteratura Comparata e Biblioteconomia all’Università di Sarajevo. È autore e regista teatrale. I suoi lavori sono stati presentati in importanti festival internazionali. Per il teatro, ha diretto opere su testi di: Sartre, Ionesco, Mrozek, Moliere, Serrau, Coltes, Shakespeare, Thornton Wilder, Werner Schwab, Boychev, Herb Gardner, Ingmar Vilquist, Dea Loher, Nick Wood, Glowacki, Robert Lepage / Marie Brassard, Lutz Hübner, Jon Fosse e altri. Ha diretto Cavalleria Rusticana nell’ambito del Festival Internazionale Sarajevo Winter e l´operetta Europa, del compositore Nigel Osborne. Le sue opere teatrali sono state rappresentate in Bosnia Erzegovina, in Slovenia, Croazia, Germania, Egitto, Italia. È professore associato all’Accademia di Arti Sceniche di Sarajevo e all’Accademia di Arti Sceniche di Tuzla. Dal 2003 al 2005 è stato direttore artistico del Dipartimento di Dramma del Teatro Nazionale di Sarajevo.
Durata: 1 ora e 30 minuti circa – In lingua originale con sottotitoli in italiano.
Biglietti: 20 / 15 euro
Maggiori informazioni: www.fabbricaeuropa.net