
Dopo una tournèe di grande successo nei principali teatri italiani fra cui Genova, Milano, Bologna, Roma, Firenze, Napoli e Torino dal 7 al 10 maggio arriva al Teatro delle Passioni di Modena Anna Cappelli, uno studio che vede in scena la straordinaria Maria Paiato diretta da Pierpaolo Sepe. Dopo essersi confrontati in Erodiadi con un testo di Giovanni Testori, la Paiato e Sepe si cimentano nel testo di Annibale Ruccello, uno degli esponenti più in vista della nuova drammaturgia napoletana prematuramente scomparso nel 1986.
Anna Cappelli è una comune donna di provincia in corsa contro il mondo: è in lotta con i genitori – a cui non perdona di aver lasciato alla sorella minore la sua stanza – non sopporta le colleghe snob e pettegole e tantomeno l’anziana signora che la ospita a Latina, città in cui Anna si trasferisce alla ricerca di occupazione.
Nella giovane donna si sviluppa una vera e propria ossessione e morbosità per le cose, per la smania di possesso: lontana dagli occhi e dalle bocche di tutti i personaggi che affollano la sua vita a stento riesce a trattenere scatti d’ira e crolli nervosi che la Paiato restituisce magistralmente al suo personaggio attraverso espressioni del viso, movenze e voce. La vita di Anna è fatta di solitudini fino a quando non arriva l’incontro con il ragionier Tonino Scarpa, proprietario di un appartamento con dodici stanze. Contro ogni sfida, Anna si trasferisce a casa del compagno senza essere spinta da amore: nella sua vita non c’è spazio per questo sentimento, l’unico obiettivo è quello di possedere, accumulare e dominare, ossessione che la porterà a un tragico gesto finale.
«L’intelligenza dell’autore sta nel nascondere, dietro la follia della normalità, un processo culturale drammatico che ha vissuto il nostro Paese: la protagonista del dramma porta in sé la miseria degli anni in cui divenne importante avere piuttosto che essere. Il principio del possesso, che ancora guida le nostre vite, si affermò ingoiando tradizioni culturali nobili e preziose. Fu in quegli anni che Pasolini urlò il dolore di chi avvertiva il pericolo che la sua stessa opera potesse perdere forza poetica e politica a causa di una dispersione drammatica di senso e di una tentazione di immoralità capitalistica. Fu in quegli anni che perdemmo l’onore. Fu in quegli anni che nacquero i cannibali, i padri della cultura odierna. Il nostro studio segna un primo approccio a questo dramma complesso e dal significato profondo e doloroso. È l’oscuro scrutare di Ruccello che cercheremo di restituire con adesione intellettuale ed emotiva».
Pierpaolo Sepe
Biglietto: € 12 / 8,50
Maggiori informazioni: www.emiliaromagnateatro.com