
Un allestimento all’insegna del divertimento quello di Damiano Michieletto ripreso da Barbara Maranini utilizzato per Il barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini in scena all’Anfiteatro delle Cascine di Firenze per il Maggio Estate il 5 luglio, con repliche il 2 luglio ed il 6 luglio 2010.
Melodramma buffo in due atti su libretto di Cesare Sterbini dalla commedia omonima di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais, fu composto da Rossini in appena tre settimane, attingendo spudoratamente da altre sue precedenti opere serie ( un esempio su tutti, l’ouverture proveniente dall’Aureliano in Palmira): il segreto del successo riscosso dall’opera risiede però nella figura di Figaro, che gode di materiale musicale totalmente nuovo, e si fa propulsore dell’energia che muove dall’invenzione tematica e ritmica e dà corpo e vita a tutti gli altri personaggi.
La semplice regia di Damiano Michieletto, un regista tra i più innovativi ed interessanti che nel 2008 ha ottenuto il Premio Abbiati per la regia de La gazza ladra allestita al Rossini Opera Festival, grazie alle curiose scene minimaliste e ai buffi e coloratissimi costumi di Carla Teti entusiasma il pubblico, catturando l’attenzione anche dei più piccoli.
«Questa regia – spiega Damiano Michieletto – è un gioco di fantasia e di evocazione. Gli spazi della storia sono sempre evocati, mai rappresentati. La possibilità di evocare la presenza di qualcosa sul palcoscenico è uno degli aspetti affascinanti del teatro. Perciò ho cercato di usare degli oggetti normali e semplici e di farli diventare l’ingrediente unico della scenografia. Il risultato è che mi sono trovato con un palcoscenico in cui una ventina di sedie rosse, una scala blu, degli ombrelli e alcuni enormi palloni erano tutto quello che bastava. I personaggi sono come esplosi nelle loro caratteristiche fisiche e caricaturali. Ecco perciò dei costumi fantastici, di pura immaginazione, con marcati riferimenti a tratti animaleschi, quasi da Commedia dell’Arte. L’ouverture inizia con un viaggio, in treno. Un viaggio che sembra partire in modo normale, senza nessun imprevisto, ma ad un certo punto il ritmo del treno comincia a crescere, cresce, cresce, prende il volo e tutti i tranquilli passeggeri vengono catapultati involontariamente nell’opera diventando i protagonisti di questa surreale dimensione. Il leit motiv del viaggio costituisce la cornice narrativa entro la quale respira il libretto dell’opera, animato da invenzioni sceniche che sfiorano una dimensione circense e dove tutto quello che avviene è sostenuto da una visione coreografica delle relazioni».
I personaggi sono ben caratterizzati: sicuro e brioso il taglio del Don Bartolo di Salvatore Salvaggio, vivacissimo il Figaro di Mauro Bonfanti, untuoso il Don Basilio di Francesco Verna, più classici il Conte d’Almaviva di Enea Scala e la Rosina di Stephanie Lewis.
Buona la direzione di Alessandro D’Agostini nel conciliare rigore e libertà seppur il tempo risulta sempre un po’ precipitato. Impeccabile l’orchestra ed il coro del Maggio Musicale Fiorentino.
Davvero ottima l’iniziativa di voler dare nuovo valore ad un parco splendido come quello delle Cascine ed il riportare il suo Anfiteatro a luogo privilegiato dell’Estate fiorentina, con opere, concerti e balletti del grande repertorio a prezzi superpopolari.
Ricordiamo come prossimo appuntamento il 16, 17 e 19 luglio alle 21.30 BBB – Berio, Bach & Break Beats uno spettacolare mix di danza classica e break dance creato dal coreografo Massimo Moricone per MaggioDanza.