
Il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino saluta il 2024 con un dittico intrigante e ricco di contrasti: Mavra di Igor Stravinskij e Gianni Schicchi di Giacomo Puccini, due opere che, pur mostrandosi così stilisticamente distanti, condividono una vivace vena comica oltre alla durata contenuta. E pensare che Stravinskij detestava Puccini!
“Mavra”, composta tra il 1921 e il 1922, è una delle opere meno conosciute di Stravinskij, a lungo non apprezzata, che si ispira all’opera buffa russo-italiana, ricreandone l’archetipo con moderno e sarcastico intento parodistico: un omaggio al grande poeta russo Puškin, al padre dell’opera russa Glinka e al compositore emblema della cultura russa Čajkovskij, come sottolinea lo stesso autore nella dedica in partitura. Basata sulla novella di Aleksandr Puškin La casetta a Kolomna, l’opera racconta la storia di una giovane ragazza, Paraša, e delle sue disavventure amorose, che si svolgono in un contesto domestico ricco di giochi di travestimento e inganni. Una raffinata parodia di un genere che già prevedeva elementi parodistici.

Dall’altra parte Gianni Schicchi, l’opera ironica e cinica del compositore lucchese, che narra la beffa del briccone fiorentino ai danni di una famiglia borghese lacerata per l’eredità del ricco parente Buoso Donati.
La doppia regia di Denis Krief ha saputo far emergere nella prima opera l’aspetto grottesco e quasi fiabesco della vicenda, enfatizzando l’aspetto burlesco attraverso una scenografia a tratti espressionista, con richiami alla Russia del XIX secolo nei costumi e le proiezioni di alcuni fotogrammi del film muto in bianco e nero della trasposizione cinematografica della novella di Puškin di Pëtr Čardynin. Nella seconda opera, che ha conservato la stessa scenografia, ha inserito tocchi di modernità che hanno accentuato l’aspetto paradossale e caricaturale dei personaggi, enfatizzando la teatralità della vicenda e bilanciando elementi di farsa con riflessioni più intime.
La direzione musicale di Francesco Lanzillotta ha reso giustizia sia alla complessità ritmica di Stravinskij, sottolineando le dissonanze e l’intensità timbrica della partitura, bilanciando in modo raffinato le frenetiche accelerazioni ritmiche della composizione con momenti più morbidi e mantenendo una tensione emotiva costante. Sia nella brillante e vivace partitura pucciniana, eseguita con energia e precisione dall’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.

Ottima prova per tutto il cast in buona parte impegnato in entrambe le opera, a partire da Julia Muzychenko che ha interpretato sia Paraša con grande vivacità, rivelando non solo una solida tecnica vocale, ma anche una presenza scenica che ha arricchito il personaggio di innocenza e determinazione, sia il ruolo di Lauretta con grande delicatezza. Iván Ayón Rivas nel ruolo ora dell’ussaro, ora del giovane Rinuccio mostra una ricca vocalità e una recitazione appassionata. Solida la performance di Kseniia Nikolaieva Madre in Mavra. Nel ruolo di Gianni Schicchi, Roberto De Candia ha saputo incarnare la furbizia e il fascino del personaggio, con una performance che ha spaziato dal comico all’ironicamente drammatico. La sua potente voce e la sua presenza scenica hanno dominato la scena, rendendo il personaggio ancora più carismatico. Bene anche tutta la famiglia Donati: Valentina Pernozzoli (Zita), Hou Yaozhou (Gherardo), Nikoletta Hertsak (Nella), Gregorie Zaric (Gherardino), Gonzalo Godoy Sepúlveda (Betto di Signa), Adriano Gramigni (Simone), Yurii Strakhov (Marco), Aleksandra Meteleva (nel ruolo sia della Vicina in Mavra che della Ciesca in Gianni Schicchi), Davide Sodini nel doppio ruolo di Maestro Spinelloccio e di Ser Amantio Di Nicolao, Huigang Liu (Pinellino), Michele Gianquinto (Guccio).
Scroscianti gli applausi di un pubblico divertito che ha decretato il successo dell’ultima replica pomeridiana.