Verso qualcuno: il nuovo romanzo di Roberto Pallocca

La storia di un viaggio, di un amore, di un tempo che scorre tra i ricordi

Dopo tre romanzi e una raccolta di racconti, Roberto Pallocca torna in libreria con Verso qualcuno, edito da Alter Ego (2016).  Verso qualcuno è la storia di un uomo che ha viaggiato tutta la vita e all’improvviso si ferma. E’ stanco. Vuole trovare pace, vuole tornare a casa. Aspetta l’ultimo volo in aeroporto e passa in rassegna tutti gli eventi e gli amori significativi, i sentimenti, e quel momento in cui tutto l’ha portato a cambiare, a partire per cercare qualcosa che si può trovare solo da fermi. Un cortocircuito emotivo e tutto va in tilt. Questo è Giuseppe Artone, ormai ottantenne.

E’ un romanzo “maturo” Verso qualcuno, notiamo un’evoluzione non solo stilistica rispetto alle precedenti opere, ma anche per quanto riguarda la descrizione e caratterizzazione dei personaggi e per i significati che nel tempo ha assunto il sentimento dell’Amore e le modalità con cui viene vissuto. Da passione, progetto, insaziabilità l’amore diventa destinazione, porto, meta ed è un sentimento a volte speranzoso e positivo, altre, sofferente ed illusorio. Un amore sicuramente raccontato da una prospettiva maschile, lo notiamo nei dialoghi e nelle battute asciutte e dirette, ma con sfumature e ricami tipici di una sensibilità femminile.

Il protagonista è un uomo inquieto, sempre in movimento, in viaggio e non solo con il corpo, ma anche con la testa, il cuore e i sentimenti. E’ un uomo che si forma attraverso le pagine del libro e noi viviamo con lui il suo complesso mondo interiore. Ricorda l’inetto de “L’errore” di Kormendji o de “La coscienza di Zeno”, che fa la scelta più facile, lascia stare la donna che ama, e non capiamo perché. La risposta è che Giuseppe è un uomo reale con tutte le sue debolezze, fragilità e paure, tra cui quella di mettere radici.

L’autore, Roberto Pallocca

Ciò che colpisce del romanzo è il meccanismo dei ricordi. Il tempo passa e alla soglia della vecchiaia si guarda al passato come non mai, ai rimpianti, alle cose non dette e non fatte. I ricordi riempiono la giornata e sono anche la nostra storia. Ci costruiscono e ci spiegano perché siamo così. Ci dicono che il tempo passa e che “il presto è diventato tardi” [cit. “Con il viaggio ha protratto l’attesa e ha fatto diventare il presto tardi”]. E questi ricordi sono “come le palline di un flipper”, riaffiorano in maniera incontrollata, “hanno colpi di coda”. E il ricordo più bello e struggente è quello dell’amore, qui intriso di solitudine, libertà e precarietà. Amare è non stare soli, condividere l’esistenza; non amare è essere liberi di fare ciò che vogliamo quando desideriamo. Ma l’Amore invecchia, passa, diventa un ricordo.

Non ci si annoia mai a scorrere le pagine perché il ritmo è incalzante, è un cuore pulsante che si contrae e si espande e ci regala splendide descrizioni e vivaci dialoghi.