Gadda, Pasolini e Moravia al Museo del Paesaggio di Castelnuovo Berardenga

Francesco Ricci presenta il suo ultimo libro “Madri e fratelli”

Francesco Ricci e Filomena Cataldo

Fa parte della Fondazione Musei Senesi il Museo del Paesaggio di Castelnuovo Berardenga che si erge in un palazzo dell’Ottocento che prima era un mattatoio pubblico. Sorge nelle colline del Chianti, tra le Crete Senesi, nel tipico paesaggio chiantigiano, ed è allestito con dispositivi multimediali e oggetti tipici del territorio che accompagnano il visitatore alla scoperta del paesaggio del Chianti, appunto, e non solo. Al Museo si possono degustare i vini locali ma anche interagire con una aria didattica e approfondire curiosità letterarie, al premio piano c’è uno spazio per le esposizioni.

Sabato 25 febbraio il docente e scrittore Francesco Ricci ha presentato il suo ultimo libro “Madri e fratelli” edito Nuova Immagine insieme alla scrittrice Filomena Cataldo al Museo del Paesaggio a Castelnuovo Berardenga. Nel 2016 “Pier Paolo, un figlio, un fratello” poi 2019 “Elsa. Le prigioni delle donne”, ad oggi il libro dedicato a Carlo Emilio Gadda, Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini racconta attraverso uno sguardo originale l’essere fratelli e figli dei tre autori.

Tramite un binocolo della storia Ricci ha ammaliato il pubblico con una vista sulla memoria. E la Val di Chiana non poteva che essere un luogo più alchemico per questo incontro che si rinnova sulle spalle dei giganti. Il paesaggio interiore si riscopre guardando dentro le nostre radici e Gadda, Pasolini e Moravia sono i capisaldi della nostra letteratura. Un tempo, il loro, di rinnovamento ed ideali, di resistenza e ideologie, gran parte di queste sono sfumate e cambiate per una ottica economica e capitalistica. Anche gli esseri umani hanno cambiato il loro modo di affrontarsi e guardarsi, la figura dell’intellettuale ci è ormai sfuggita di mano, e si è sviluppata una geografia dei diritti più internazionale e mondiale. L’Italia è stata fatta dagli intellettuali del Dopoguerra, che nel lasciarci hanno regalato un senso di abbandono e vuoto che riesce a colmare solo la loro memoria. Se la loro azione è stata riformatrice e in tratti violenta è perché la potenza del pensiero un tempo era incisiva nella politica così come nella società. Oggi, – a detta di Ricci- è difficile trovare intellettuali in giro: in televisione le cause di dibattito pubblico vengono demandate ai tecnici e di fatti è improbabile che ci sia un filosofo, economista, scrittore, regista, antropologo e letterato a prendere parola sulle questioni che impallidiscono e terrorizzano. Una vita di ferite cosmiche, profondità e immersione quella di Gadda, Pasolini e Moravia. Le loro biografie hanno fissato un immaginario occidentale sul quale noi viviamo e pensiamo, ed ora esistono intellettuali del loro calibro? Quale è il paesaggio di riflessione sulla storia? La risposta è triste è scontata: non è più il tempo degli intellettuali, non è più il tempo della battaglia degli ideali e delle menti, e noi sotto il tuono terribile della storia non possiamo che ricordare anni d’oro e resistenza.

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