bonsoir! Michielin10, il tour anni 2000 di Francesca Michielin

Francesca Michielin fa tappa al teatro Goldoni di Livorno con il suo tour bonsoir! Michielin10.

Francesca Michielin festeggia i dieci anni dalla sua vittoria a X Factor con un tour nei teatri di tutta Italia, la quinta tappa di bonsoir! Michielin10 è al Teatro Goldoni di Livorno.

Accompagnata da quattro musicisti, Francesca Michielin davanti a una platea piena porta sul palco le canzoni del suo ultimo album Cani Sciolti più qualche chicca per i fan di vecchia data come Chiamami per nome, portata allo scorso anno al Festival di Sanremo, Io non abito al mare, pezzo firmato dal cantante indie Calcutta, e la hit che l’ha resa famosa Nessun grado di separazione.

La scenografia consta di qualche luce e un disco su cui vengono proiettati alcuni video, nessun cambio d’abito per la protagonista, nessun effetto speciale, solo lei, il suo entusiasmo e le sue canzoni. Ma basta questo a tenere su uno spettacolo di un’ora e mezza? (Non di più, perchè la stessa Michielin ammette di iniziare solo a sognare il suo piumone quando un concerto va per le lunghe…)

Francesca Michielin è sempre la ragazza tenera che manda messaggi motivazionali e spiega quanto a volte è faticoso stare al mondo, quanto tutti dobbiamo iniziare a prenderci i nostri tempi, ecc. lo dice sui social, lo dice sul palco, lo dice nelle canzoni. E’ tenera appunto, il che è certo una qualità, ma da un concerto ci si aspetta qualcosa in più, per esempio energia, forza, un potere che trascina con la magia della musica e tutto questo manca.

Il pubblico applaude, le dice “Brava!” ma nessuno canta le sue canzoni, neanche un accenno al ritornello e lei è lì che ringrazia per l’atmosfera pazzesca, per l’energia incredibile, dice che quella è la data zero del suo tour e tutto sa di stanco, di già scritto, di consumato.

bonsoir! Michielin10 è tutto così, un’ora e mezza di canzoni dal sapore anni 2000 già sentite un milione di volte cantate con la verve di chi sta facendo un compitino aspirando al 6 politico senza crederci neanche un po’.