
Venerdì 20 settembre al Teatro Metastasio di Prato va in scena La ballata di Pulcinella, capitano del popolo di Luigi Compagnone, saggio di fine corso della scuola di formazione per giovani attori del Teatro Metastasio IL MESTIERE DEL TEATRO, sotto la regia del docente del corso Marcello Bartoli, musiche di Nicola Piovani, luci di Roberto Innocenti. Ingresso libero.
In scena gli allievi del corso: Francesco Argirò, Sara Bonci, Matteo Brini, Tommaso Carli, Laura Ceccherini, Valentina Cipriani, Alessandro Conti, Guendalina Degl’Innocenti, Francesco Dendi, Ciro Gallorano, Maria Elena Gattuso, Lorenza Guerrini, Antonella Miglioretto, Stefania Spinapolice e Matteo Cecchini (aiuto regia).
I costumi sono stati realizzati dagli allievi del “Corso di alta formazione per costumista di scena” finanziato dalla Provincia di Prato e organizzato dal PIN – Polo Universitario Città di Prato – e l’Istituto d’Istruzione Superiore “Carlo Livi”, in collaborazione con Teatro Metastasio Stabile della Toscana: Silvia Antichi, Valentina Calvani, Marta Coveri, Aurora Damanti, Martina La Monica, Elisa Magnolfi, Daria Pastina, Hui Wu
La routine di un misero caseggiato di periferia della bella città di Napoli, magicamente abitato datutti i personaggi delle fiabe condannati a vivere in eterno la loro “ricorrente storiucola”,viene d’un tratto stravolta dall’arrivo della Storia, quella con la S maiuscola, rappresentata da tutti gli oppressori storici della città: i cosiddetti Reges (l’Aragonese, il Rumagnolo, Re Vittorio, il Germanese, il Mericano), che per assoggettare al loro volere la popolazione, tornano tutti in pompa magna in una sola volta.
Tra le proteste, nell’ ”urlìo” una voce si erge e si distingue tra le altre, quella di Pulcinella Cetrulo, anch’esso abitante del caseggiato e modesto ruffiano del quartiere che tra un “serviziucolo” e l’altro, facendosi forza di un improvviso consenso popolare, si permette di intimidire i potenti minacciandoli di un’ insurrezione da lui guidata.
I Reges, spaventati dal “tremendo potere di questo buffone” oramai investito della carica di Capitano del Popolo, dopo un primo e inutile tentativo di corruzione con un “sacchetto di auro fino”, riusciranno a comprare Pulcinella con la promessa di promozione a Principe, unico status che gli permetterà di avere in sposa la Bella addormentata, della quale è follemente ma inutilmente innamorato.
Il Pulcinella di questa ballata è forse un buffone che senza saperlo recita una tragedia infinita.
Questa ballata è forse anche una favola storica; favola perchè in essa cantano e danzano, recitano e mimano sogni e illusioni, orchi e fate, animali parlanti, cappuccetto rosso, la bella e la bestia, biancaneve ecc. ecc. storica perchè in essa mimano prepotenze e inganni i grandi bestioni che sgovernando la nostra esistenza, ne governano i miti e obbedienze, angosce, terrori, ideologie. Ne viene fuori che questa ballata è anche una satira perchè non esisterebbe senza l’ironia che la illumina. Sì, l’ironia che si veste da favola.